La strada è chiusa da 12 anni per una frana, l'ultima speranza adesso è il Pnrr

La strada di San Nicola non è percorribile da 12 anni per una frana
La strada di San Nicola non è percorribile da 12 anni per una frana
di Thomas Delbianco
4 Minuti di Lettura
Martedì 26 Aprile 2022, 06:35

PESARO - Strada San Nicola chiusa da 12 anni per una frana. «Un problema da trasformare in opportunità. I fondi del Pnrr per riaprire la strada, preziosa in chiave turistica e nei collegamenti con i borghi delle colline e il percorso archeologico e culturale di quelle zone», propone Malandrino. 

 
Il caso
E’ una delle situazione irrisolte della città.

Strada San Nicola, impraticabile da 12 anni, a seguito di una frana. Tre anni fa in consiglio comunale le ultime informazioni in merito: l’amministrazione aveva riferito che in relazione all’esito dell’accertamento tecnico preventivo chiesto dai frontisti e svolto dal Ctu, era emerso che la manutenzione della scarpata ricadeva ai privati, la manutenzione della strada spettava al Comune. Un accordo che non è mai stato trovato. Alcuni residenti di Strada San Nicola nelle ultime settimane hanno contattato il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Daniele Malandrino per chiudere un suo aiuto a sbloccare l’annosa situazione. E lui lancia al Comune la proposta di sfruttare le opportunità del Pnrr per superare la suddivisione di spese tra privati e pubblico e inglobare l’intervento in un’operazione di respiro turistico e culturale. 


La storia
«Siamo nel 2009 e, in seguito ad abbondanti piogge, la falesia di Strada San Nicola frana sulla omonima strada, la viabilità viene chiusa al traffico di residenti e di tutti coloro che ne usufruivano - ricostruisce la vicenda l’esponente di centrodestra - L’anno successivo si ha una seconda frana, e purtroppo definitiva per quanto riguarda la fruibilità della strada, infatti è dal 2010 che la strada è, nonostante le promesse degli amministratori, chiusa al traffico. 


Il ripristino
Oggi, a distanza di ben dodici anni, ancora nulla è stato fatto per ripristinare la viabilità e per mettere in sicurezza la falesia risolvendo così i disagi dei residenti e di tutti coloro che beneficiavano di questa via che si inserisce in un meraviglioso contesto naturalistico che porta ad un piccolo gioiello della nostra Pesaro, il borgo di Novilara. Sono innumerevoli i disagi dei residenti, costretti ad allungare di diversi chilometri il loro tragitto quotidiano da e verso la città, quali i ritardi di eventuali soccorsi che possono essere, a volte, determinanti per salvare una vita. Inoltre, nelle ore di punta del traffico, quali gli orari scolastici, questa strada diventava di grande importanza per una zona che è servita soltanto da due vie, più precisamente Strada dei Colli e Strada dell’Angelo Custode. 


I benefici
«Ci sono state promesse, poi trasformatesi in dinieghi, disattese da parte delle varie amministrazioni succedutesi alla guida della città». Malandrino si sofferma sui benefici in campo turistico che potrebbero arrivare dalla riapertura della strada, la quale «potrebbe assumere una importanza enorme, se ripristinata, nel collegamento tra Pesaro e i suoi castelli di Novilara, Candelara oltre al borgo di Trebbiantico. Il percorso permetterebbe, infatti, di raggiungere queste località a piedi o in bicicletta, oltre che in macchina, e oltre a risolvere il più che decennale problema dei residenti, permetterebbe di raggiungere anche il museo archeologico diffuso, il percorso naturalistico-archeologico dell’acquedotto Romano e della necropoli Picena». 


La via d’uscita
Il consigliere di opposizione prova ad indicare una via d’uscita alla situazione di stallo che si è creata nel corso degli anni: «Recentemente sono stati istituiti dall’Unione Europea i fondi del Pnrr, che possono essere utilizzati anche per creare infrastrutture che favoriranno la crescita economica dei territori, nei quali verranno utilizzati. Perchè non utilizzarli per la realizzazione di un bel progetto organico che risolva il problema di strada San Nicola oltre a creare un indotto positivo per tutta la zona? Perchè non trasformare un problema in una opportunità per l’intero territorio? Se non ora quando?».

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