Finti operatori di call center bancari fanno pagare per servizi inesistenti

Finti operatori di call center bancari fanno pagare per servizi inesistenti
Finti operatori di call center bancari fanno pagare per servizi inesistenti
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Sabato 19 Febbraio 2022, 07:25

PESARO -  Cinque denunce nelle prime due settimane di febbraio per truffa. Un fenomeno molto fastidioso messo in atto con varie modalità. Dalla vendita di un cane di razza alle finte operazioni di banca. Denunce che non rimangono lettera morta, perché proprio ieri è iniziato un altro processo.

Non solo. I carabinieri della compagnia di Pesaro nelle prime due settimane del mese hanno denunciato cinque persone per diverse truffe perpetrate. I militari hanno rintracciato un 50enne laziale ritenuto autore di un raggiro ai danni di una donna, la quale aveva messo in vendita su un sito internet un paio di scarpe per trenta euro. Fingendosi interessato all’acquisto, il truffatore era riuscito a convincere la vittima a recarsi a un postamat per ricevere il pagamento e, invece, le aveva fatto con l’inganno effettuare a suo favore diverse ricariche postepay, per un totale di 1750 euro.


Nello stesso periodo, i militari pesaresi hanno identificato anche il presunto autore di una finta vendita online di un triciclo artigianale in legno e ferro battuto, costato 75 euro ma mai ricevuto.

La truffa perseguita dai carabinieri della stazione di Montecchio di Vallefoglia, invece, vedeva complici un milanese e un pakistano che, con l’uso di un centralino virtuale, si erano finti operatori del servizio di sicurezza della banca di cui la vittima è cliente, convincendolo a effettuare varie operazioni di pagamento a loro favore. I due sono stati denunciati. A Gabicce Mare, infine, i militari hanno identificato una donna ritenuta autrice di una finta vendita di un cane di razza, costato 150 euro ma mai consegnato all’acquirente. La giustizia poi fa il suo corso e ieri in tribunale è arrivato il caso di un 53enne campano e di una 33enne modenese accusati di truffa in concorso ai danni di un pesarese di 57 anni. L’uomo aveva messo in vendita un’auto online.

I due l’hanno contattato per chiudere l’affare grazie a una caparra di 1500 euro. Così hanno guidato l’uomo verso uno sportello bancario per poter ricevere il bonifico. Ma i due in realtà lo hanno raggirato perché i primi 1000 euro sono finiti nella prepagata della donna. Due giorni dopo ci hanno riprovato, ma l’uomo si è quindi accorto del primo ammanco e ha denunciato tutto ai carabinieri. Questi ultimi casi confermano, come ormai da tempo ben chiaro, che la gran parte delle truffe denunciate ai comandi della Compagnia di Pesaro sono perpetrate su internet, in particolare su siti di compravendita di oggetti usati, o con l’uso del telefono, in quest’ultimo caso impersonando incaricati di banche e Poste Italiane.

I carabinieri raccomandano di non dare ascolto a richieste telefoniche anomale da parte di sedicenti incaricati bancari perché si rivelano raggiri e, pertanto, è necessario diffidare sempre, non fornire alcun dato sensibile e rivolgersi alle proprie filiali o ai contatti ufficiali in caso di dubbi.

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