Ex Tribunale, lavori fermi da tre anni. E per ripartire il Comune dovrà revisionare e riadattare il vecchio progetto

Un intervento dei vigili del fuoco nella sede dell'ex tribunale
Un intervento dei vigili del fuoco nella sede dell'ex tribunale
di Letizia Francesconi
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Sabato 22 Gennaio 2022, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 18:02

PESARO - Dall’aprile del 2019 è ancora un cantiere chiuso, ma ora, a distanza ormai di quasi tre anni dal blocco dei lavori, si torna a parlare del recupero dell’ex Tribunale di via San Francesco. Si va verso lo sblocco della lunga impasse, anche se servirà un po’ di pazienza prima di riaprire le porte del vecchio contenitore.

Uno stop provocato dal contenzioso legale che ha tenuto legate l’Amministrazione comunale e l’impresa aggiudicatrice dell’appalto dopo l’abbandono del cantiere, a cui si sono aggiunte procedure amministrative e trattative complesse che sono andate avanti per mesi, rallentate giocoforza anche dalla pandemia.

Pronti così a ripartire da un investimento complessivo di 3 milioni e 600mila euro a carico di Ministero ai Beni Culturali e Comune di Pesaro (inizialmente la cifra era di 2 milioni e 300mila euro).


La partenza
Ma prima ancora c’è da revisionare e adattare il vecchio progetto perchè nel frattempo anche gli obiettivi del Comune sono mutati e ora il complesso, una volta riqualificato, diventerà un Museo nazionale per moto, motori e due ruote. L’iter: le risorse necessarie alla ripartenza sono state trovate e accantonate.

Il Ministero finanzia la realizzazione del Museo nazionale della moto con 2 milioni di euro e l’Amministrazione interviene nella partita con un investimento di 1 milione e 600 mila euro per il nuovo allestimento museale e il completamento dei lavori edili interrotti con l’abbandono del cantiere dell’impresa esecutrice. Ecco gli step che porteranno sindaco e assessorati a Lavori Pubblici e Cultura a riprendere in mano la partita. Fondamentale il supporto e l’impegno dell’architetto Maurizio Severini, neo dirigente alle Opere Pubbliche.

«Per cominciare – entra nel merito il neo assessore alle Nuove Opere, Riccardo Pozzi – verrà affidato un nuovo incarico a un professionista per revisionare e aggiornare il progetto definitivo risalente ormai a qualche anno fa, e tutto con una procedura di gara Europea, che si rende necessaria viste le maggiori risorse da impiegare per completare l’edificio e dargli una nuova destinazione d’uso.

Successivamente alla gara Europea il progetto seguirà l’iter classico di approvazione conclusiva e poi messa a bando per riassegnare i lavori di completamento e nuovo allestimento per rendere funzionale il museo». 


Il supporto
In sostanza si rendono necessarie due distinte procedure: l’affidamento per la nuova progettazione e direzione lavori, e l’esecuzione vera e propria delle opere. L’intervento: ma come sarà rivoluzionato l’interno del vecchio Palazzo? Come confermano dai Lavori Pubblici, rispetto al progetto iniziale l’impresa aggiudicatrice uscente ha realizzato solo minimi lavori edili in muratura e di impiantistica.

Ecco perché si sono rese necessarie ulteriori risorse comunali, dal momento che diversi interventi strutturali, oltre all’adeguamento sismico, restano da completare o avviare di sana pianta. Il piano di recupero dell’ex Tribunale, dovrà per questo tenere conto delle dimensioni interne delle sale e spazi, oltre a impianti elettrici adeguati per luce e corpi illuminanti consoni ad un museo, e altri interventi puntuali di miglioramento strutturale.

I tempi: entro la primavera dovrà essere completato il disegno esecutivo per poi andare a gara dal prossimo autunno. Un totale di 2 mila metri quadrati per ospitare le moto storiche parte della Collezione Morbidelli e altri pezzi unici. Tutto, grazie all’accordo con Asi -Autoclub storico italiano che porterà nei nuovi spazi 71 due ruote della Collezione rilevata da Asi nel settembre 2020. 


Nucleo originario
Proprio Asi come ricorda l’assessore alla Cultura Daniele Vimini, è riuscita ad acquistare il nucleo originario, dopo l’interessamento del Ministero, che dovrà ora far arrivare le risorse promesse all’Ente, e successivamente sarà avviata la procedura di gara. L’operazione del museo nazionale diffuso, ha bloccato così “l’esportazione” dei pezzi unici con più di 75 anni. Non è escluso poi che lo stesso contenitore, possa ospitare anche altre collezioni di moto e biciclette storiche insieme.

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