PESARO - L’ex Bramante è tornato sul mercato e Cassa Depositi e Prestiti manda già segnali: basta con i fondi esteri, meglio privilegiare cordate di investitori italiani. Gli ultimi passi avanti nell’intrecciato iter per la valorizzazione e reimmissione sul mercato del complesso immobiliare di largo Aldo Moro da tempo dismesso risalgono al febbraio 2021, quando Cdp aveva annunciato la presentazione di un piano di recupero ma a una condizione specifica: che la trattativa (poi arenatasi) fosse andata in porto.
La ripartenza
Ma ora niente più fondi immobiliari esteri, è questa la prima novità anticipata da Carlo Palmieri di Conio Agency con sede a Roma, Fondo Investimenti Cdp per la valorizzazione.
L’annuncio
L’annuncio del ritorno sul mercato dell’ex Bramante è stato dato dal sindaco Matteo Ricci nei giorni scorsi. Se la vendita andasse a buon fine sarebbe propedeutica al progetto, accarezzato dal primo cittadino, di realizzare un tunnel all’altezza dell’incrocio tra viale della Repubblica e viale della Vittoria per interrare la statale 16.
«Interessamenti ce ne sono, ma non siamo ancora in grado di conoscere i tempi – spiega il referente della società Conio srl – il complesso dell’ex Bramante è stato reimmesso sul mercato l’estate scorsa, proponendo diversi e nuovi utilizzi.
La nuova fase di commercializzazione non passa più per fondi d’investimento stranieri, dove maggiormente incidono fattori come l’inflazione e la crisi generalizzata. Ecco perché la nuova strategia si sta indirizzando verso investitori nazionali. Nello specifico stiamo parlando di una serie di imprenditori, tutti dell’edilizia e delle grandi costruzioni, italiani e riuniti in cordata. L’evolversi e la dinamicità delle trattative dipenderà anche dall’andamento del mercato dell’edilizia e dai costi delle materie prime».
Gli interessamenti
Un’operazione complessa e costosa. Una partita che per trasformazione, adeguamento e nuova destinazione d’uso dell’immobile, vale tra i 30 e i 40 milioni di euro. Un primo progetto di recupero edilizio c’è, elaborato a suo tempo proprio dall’ufficio Progettazione e ingegneristica del gruppo Guerra. Il complesso del Bramante è un bene protetto dai vincoli dalla Soprintendenza, e necessariamente in un percorso di vendita e successivo progetto esecutivo, si dovrà seguire un iter determinato.