PESARO - Spese energetiche e inflazione. Aziende e lavoratori stretti in questa morsa, rischiano di saltare i contratti integrativi e premi produzione. Bisogna partire da un dato, ovvero che i costi delle bollette sono aumentati per le aziende. Il kw/h dai 6-7 centesimi del 2021, è salito 40-43 centesimi. Stessa sorte per il metro cubo di metano pagato il triplo dell’anno scorso a fine giugno (90 centesimi) e che oggi ha superato 1,50 euro. Tra gas ed elettricità, le aziende della nostra provincia che consumano in media 750 milioni di kwh e 50 milioni di mc di gas pagheranno nel 2022 800 milioni di euro in più rispetto al 2020 e al 2021. Un drammatico aumento che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende.
Secondo uno studio della Cgia di Mestre sfiora i 106 miliardi di euro il costo aggiuntivo che le imprese italiane subiranno quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas.
«E’ un momento delicato, le aziende energivore faticano a stare al passo con le spese. I rincari sono fortissimi e i margini si assottigliano. Questo accade soprattutto nelle ditte dove il consumo di gas ed elettricità dei macchinari utilizzati è molto alto. E ha un riflesso anche sui lavoratori, in particolare sui contratti integrativi. Ogni anno come sindacato discutiamo di una quota che possa finire in tasca al personale in forma di denaro o servizi e mai come quest’anno il bisogno è alto. L’inflazione è aumentata e il potere d’acquisto si è ridotto. Ma vediamo che le aziende non destinano la quota sperata, hanno un budget davvero ridotto. E questo ha conseguenze sui lavoratori che potrebbero trarre beneficio e respirare. Sarà un autunno caldo e le trattative continueranno, ma le premesse sono molto delicate».
Tutto confermato da Paolo Ferri, segretario Filca Cisl, settore che segue edilizia e legno in provincia. «E’ una situazione difficile perché le aziende stanno soffrendo per l’aumento dei costi energetici. La priorità è mantenere la forza lavoro e per fortuna registriamo solo poche richieste di cassa integrazione di 6 settimane. Ma il tema del contratto integrativo non è secondario anche se in questo momento i tavoli sono congelati. Parliamo di un welfare importante che fornisce buoni spesa alle famiglie, convenzioni con asili e servizi. Un fattore che aiuta i lavoratori e che non deve essere tralasciato. Insisteremo anche se in questa fase non c’è budget».