PESARO - Hanno rapinato una coppia al sottopasso dei Cappuccini, zona stazione. E non nel cuore della notte ma in pieno giorno. Ieri alle 16. «Stavo passeggiando con mio marito - racconta sconvolta la vittima, una signora 60enne - quando ci siamo trovati circondati da un gruppo di ragazzi. Sono stati rapidissimi. Non ci hanno nemmeno detto nulla. Non una parola. Uno di loro si è avvicinato e mi ha strappato il ciondolo di Pomellato che portavo al collo. Sono i “fruttini” di oro pieno.
Ma al di là del valore è un oggetto che mi è caro.
Subito dopo essere stata rapinata la vittima ha chiamato la polizia e questa mattina si presenterà in Questura per la denuncia. «Mi hanno detto che la zona del sottopasso è già da tempo soggetta a controlli e che pochi giorni fa è avvenuto un episodio analogo, con una anziano rapinato del portafoglio da un gruppo di minorenni. Mi dispiace per il signore, ma non mi consola non essere l’unica. Dovremmo essere a “zero vittime” piuttosto». Ma perchè si trovava nei pressi del sottopasso? «Perchè stavamo andando in stazione a controllare degli orari e ne approfittavamo per una passeggiata dopo pranzo. Abitiamo nelle vicinanze e la zona la conosco bene. E conosco bene le problematiche. Vedo tutti quei ragazzi che gironzolano e bivaccano a qualsiasi ora, che bighellonano un po’ qua e un po’ la, alcuni sono molesti e insistenti e soprattutto il sabato sera sono tanti, ma non avrei mai pensato di diventarne vittima».
Come è accaduto? «E’ stato tutto molto improvviso, una manciata di secondi. Abbiamo attraversato la strada e siamo passati a pochi metri da loro. Io stavo parlando al telefono e camminavamo, eravamo anche abbastanza veloci. E invece ci siamo trovati circondati. Erano in gruppo: quattro/cinque ragazzi, stranieri, non devono aver avuto più di 20 anni. Non hanno detto una parola. Chi mi ha strappato il ciondolo era magro, capelli neri e corti, naso importante, vestito di grigio. Quando ho realizzato quello che era successo mi sono sentita impotente. Ero ancora al telefono, al mio interlocutore ho balbettato “devo chiudere che mi hanno rapinato” o qualcosa del genere. Il rapinatore era già scappato e siamo tornati indietro di corsa verso casa, ma abbiamo avuto paura perchè quelli che ci avevano circondato hanno iniziato a seguirci. Appena arrivata a casa, al sicuro, mi sono messa a piangere. Un pianto improvviso e dirotto. Ero spaventata, ma mi sono sentita una stupida, poi mi è montata la rabbia. Non devono più accadere queste cose. Non dobbiamo più tollerarle. Oggi è capitato a me. E domani?».
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