PETRIANO - La truffa era valsa 27.800 euro. I carabinieri della compagnia di Pesaro non hanno mai mollato la presa e ieri hanno concluso un’indagine che ha portato alla denuncia di 6 persone in totale. Andiamo in ordine. A fine marzo, alla ricevitoria tabaccheria di Petriano, è arrivata la chiamata di un finto tecnico della Sisal.
L’uomo addetto al sistema di scommesse, slot e servizi a pagamento ha iniziato a spiegare alla titolare, una donna di 43 anni, che avrebbe dovuto effettuare degli aggiornamenti sui software dei macchinari.
L’istituto la informava che la Sisal chiedeva di rientrare di ben 27.800 euro di operazioni fatte. In pratica secondo il sistema quelli sarebbero stati i soldi che i clienti avrebbero dovuto versare per poi essere corrisposti alla Sisal. Ma i clienti non ci sono stati e così è emerso il raggiro in tutta la sua efferatezza. Tutti i codici richiesti non erano altro che operazioni fatte per spillare i soldi alla ricevitoria. Denaro che tra l’altro non è assicurato e che ha un fortissimo impatto su un’attività di tabaccheria. La signora ha denunciato tutto ai carabinieri che sono intervenuti con il personale della stazione di Montecchio. I militari sono partiti dai codici e hanno seguito il movimento del denaro e sono risaliti a un ganese incensurato di 45 anni e una donna di 35 anni, pregiudicata per reati simili. Entrambi sono stati denunciati per truffa aggravata. Non è tutto perché dai loro conti i soldi sono finiti nei conti di altre quattro persone. Insomma, un sodalizio che è riuscito a mettere in atto tutta la truffa. Si tratta di persone di età compresa tra i 30 e i 54 anni di Ariccia, Milano, Caltanisetta e della Campania. Per loro l’accusa è quella di riciclaggio, dato che hanno ricevuto il denaro sporco. Ora ne risponderanno davanti al giudice. Un caso non isolato, perché qualche mese fa c’era stato un episodio simile a Isola del Piano e i carabinieri erano riusciti a denunciare i responsabili. Quella volta si erano spacciati per finti tecnici della Lottomatica mettendo a segno un colpo da 12 mila euro, soldi trasferiti in maniera subdola. Il fatto era accaduto a Isola del Piano e una finta operatrice parlava di un disservizio sullo scanner. Anche in quel caso i malviventi dettavano codici che in realtà servivano per fare delle ricariche sulla postepay da 995 euro l’una.