Pesaro trasporti disabili "fantasma":
4 cooperative nei guai: otto denunciati

Pesaro trasporti disabili "fantasma": 4 cooperative nei guai: otto denunciati
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Lunedì 9 Luglio 2018, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 16:25
PESARO – Trasporti disabili mai effettuati o realizzati solo in parte, ma regolarmente liquidati dalla Regione: nei guai 4 cooperative con otto persone denunciate.
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro, nell’ambito dell’operazione denominata “Inflated Rescue”, ha scoperto un sistema di frode posto in essere in danno del Servizio Sanitario Nazionale da quattro società cooperative pesaresi risultate vincitrici, in associazione temporanea di impresa, di una gara d’appalto indetta dalla Regione Marche per l’affidamento del servizio di trasporto a favore di utenti infermi o in degenza. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro, hanno portato al sequestro, presso le sedi delle suddette cooperative, dei fogli di viaggio effettuati, delle fatture emesse e delle richieste di trasporto ricevute dall’ASUR – Area Vasta 1 e dall’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord. L’esame dei documenti ha consentito alle Fiamme Gialle di ricostruire e circoscrivere numerose irregolarità, compiute negli anni 2014 e 2015, connesse al trasporto, presso i luoghi di cura, di persone inferme o in stato di degenza: viaggi risultati mai compiuti ovvero parzialmente effettuati ma regolarmente pagati dall’Aziende. Tra le prassi illecite adottate ne è stata scovata una particolarmente insidiosa nonostante la semplicità dell’artificio: la sistematica modifica degli orari riportati nei fogli di viaggio compilati al termine dell’attività di servizio da ignari autisti. La durata del turno veniva così dilatata all’insaputa di chi lo aveva materialmente effettuato con indebiti vantaggi a favore della società cooperativa per cui lavorava. In altre circostanze, veniva falsamente certificato l’uso di automezzi espressamente previsti dalla tipologia di trasporto richiesto dall’Azienda sanitaria e dall’Azienda ospedaliera per ottenere il corrispettivo pattuito, nonostante quelli effettivamente utilizzati non fossero idonei allo scopo.
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