Pesaro vuol essere come una piccola Svizzera; stop alle brutture del centro storico

Pesaro vuol essere come una piccola Svizzera; stop alle brutture del centro storico
Pesaro vuol essere come una piccola Svizzera; stop alle brutture del centro storico
di Letizia Francesconi
4 Minuti di Lettura
Sabato 21 Gennaio 2023, 04:50

PESARO - "Centro storico, ecco come ti vorrei”: è questo lo slogan lanciato nella prima giornata di apertura dell’Osservatorio sul decoro, partecipativo e aperto a segnalazioni e idee, promosso e coordinato dall’assessore alle Attività Economiche, Francesca Frenquellucci. L’intento è fare di Pesaro una sorta di città “svizzera”, che ricalca l’ordine e la pulizia sull’esempio anche delle città del nord Europa. Con i promotori del punto di ascolto Miranda Paolucci, residente e consigliera di quartiere e Luca Storoni, presidente del quartiere Centro, l’Osservatorio si è dato il primo orizzonte temporale entro il quale diversi interventi di miglioramento e decoro, dovranno essere attuati.

 
Le priorità


«Entro dicembre alla vigilia della Capitale italiana della Cultura - spiegano - centro e zona mare dovranno essere ben diversi da come li conosciamo oggi».

Le istanze: fioriere da sistemare, chioschi abbandonati in degrado, strade ammalorate, insegne a pezzi e stalli vetusti per biciclette. Che cosa migliorare e dove intervenire, sta tutto in una serie di slide e materiale fotografico preso in esame dall’Osservatorio. Spunti ne sono arrivati diversi, anche da altri residenti, ad iniziare dal professor Riccardo Paolo Uguccioni.

«Primo intervento già parzialmente completato – rimarca l’assessore Frenquellucci – riguarda la rimozione di alcuni chioschi chiusi da tempo, come edicole dismesse, che altrimenti avrebbero continuato a creare situazioni di incuria. Penso al lavoro fatto su via Bruno, la via attigua a Corso XI Settembre o in piazzale D’annunzio. A breve, verranno rimossi e spostati dal centro altri due chioschi in disuso. D’ora in avanti poi, stop a fiorire multicolori. Per i casi segnalati e fotografati nei nostri sopralluoghi insieme alla consigliera Paolucci, gestori di attività e residenti verranno invitati a rimuoverle e trovare soluzioni consone, pena sanzioni». 
«Si parte - prosegue - da via Tebaldi, dove verranno rimosse quelle piccole piante di ulivo sistemate in vasi bianchi o colorati, proprio all’ingresso di via Branca. Tutti i commercianti della via da Wallas galleria d’arte ai negozi di abbigliamento e accessori, si sono resi disponibili a donare sette ulivi proprio per adeguarsi all’arredo e alle prescrizioni del regolamento comunale e della Soprintendenza».


Da una via all’altra


«Altra via - puntualizza- su cui intervenire in questo senso, è via Passeri, di fronte a un’abitazione privata dove sono presenti vasi di fiori o con arbusti, tutti diversi per colore, forme e materiale in plastica e coccio. Per situazioni come questa, non sarà possibile chiudere più un occhio. Ci sono altre fioriere colorate ad uso di un pubblico esercizio, che devono essere rimosse dalla zona vicina al Teatro Rossini, fra piazzale Lazzarini e Galleria Roma. Ogni fioriera poi non dovrà essere più alta di 1 metro e 70, anche i cassonetti stradali dei rifiuti, dovranno essere tolti dalle vie di maggior passeggio o dove sono presenti palazzi storici, e spostati nelle vie laterali».

Le richieste dell’Osservatorio: «Ci sono altre vie e tratti di strada, vicini al centro – ha portato all’evidenza Uguccioni – dove sistematici sono gli abbandoni di immondizia. Più volte ho segnalato alla polizia locale sentendomi rispondere che avrebbero girato a Marche Multiservizi. Sbagliato a mio avviso, perché avvisare il gestore quando potrebbero loro stessi, nei casi più evidenti e fotosegnalati, fare una multa a chi è colto in fallo? Una costante questa su via Zacconi, dove servirebbe una telecamera funzionante per il monitoraggio degli abbandoni». Ed ancora si dovrebbero risistemare siepi e ripiantumarle dove sono mancanti come in via Castelfidardo, viale dei Partigiani e via Marsala. «Vanno regolamentati anche i dehors di alcune attività che si sono allargate un po’ troppo – chiedono Paolucci e Storoni – soprattutto ora che l’emergenza pandemia è terminata».

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