PESARO - Misteriosi affreschi sarebbero celati proprio nella cornice sul muro esterno della chiesa di Sant’Agostino. I resti degli antichi dipinti, al momento pressoché nascosti e si pensa del ’700, hanno catturato l’attenzione della parrocchia, dei residenti e della Soprintendenza delle Marche in seguito alla rimozione dell’edicola, con l’attiguo parcheggio per biciclette, nella laterale via di Ventura.
La parete
Una zona del centro storico per la quale è stato segnalato anche un degrado urbano.
Dei potenziali dipinti si sta interessando la Soprintendenza di Ancona. Sono state avanzate per ora soltanto ipotesi, attendiamo gli esiti delle verfiche fatte dagli esperti, io non sono uno storico dell’arte, di più non saprei dire». Auspica ricerche su quel pezzo di muro misterioso di Sant’Agostino anche il comitato ”Pesaro città d’arte e cultura”: «A ben vedere - sottolinea il coordinatore Roberto Malini - sembrerebbe la parte interna della navata originale e potrebbe esserci tranquillamente un affresco del XVIII secolo. Quell’area è andata distrutta nel terremoto del 1916. Non posso dire con certezza cosa avrebbero trovato.
« Forse qualcosa del 1700, magari del pittore romagnolo Cesare Pronti (1626-1708)». Un angolo del centro storico, secondo i residenti, abbandonato alla incuria quello in via di Ventura. «È molto tempo che la cittadinanza si lamenta per la situazione di degrado anche igienico del luogo, per di più vicino a una chiesa - lamenta Peppe Frulli -. Bisognerebbe riqualificare questa porzione di strada, anche la pavimentazione è sconnessa e le caditoie non ricevono più nei giorni piovosi. Adesso sarebbe da togliere anche l’isola ecologica, come è stato fatto con l’edicola, chiusa da diversi anni perché al proprietario era scaduto il permesso per l’occupazione di suolo pubblico». Dell’antica facciata gotica di Sant’Agostino non rimane che il portale, di grande pregio artistico.
Ciò che rimane
Nell’interno, in origine a tre navate, sopravvive soltanto il corpo centrale, dopo che l’ambiente di sinistra è stato inglobato nell’attiguo convento durante la ristrutturazione del XVIII secolo e l’altra navata, crollata con il terremoto del 1916, non è stata più ricostruita per lasciare spazio a via di Ventura. Il convento veniva dichiarato demaniale nel 1860, mentre la chiesa è diventata sede parrocchiale nel 1919 dopo che ai padri Agostiniani si cedeva la chiesa di San Nicolò, che poi ha preso il nome di Sant’Agostino.