Pesaro, simula un'aggressione per nascondere la tresca. Denunciata per calunnia, è irreperibile

Pesaro, simula un'aggressione per nascondere la tresca. Denunciata per calunnia, è irreperibile
Pesaro, simula un'aggressione per nascondere la tresca. Denunciata per calunnia, è irreperibile
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 05:35

PESARO - Una storia intricata che passa per una denuncia di aggressione, fino all’accusa di calunnia. Il finale si scriverà in tribunale, ma non dopo aver sciolto l’ultimo dilemma: dove sia finita la ragazza protagonista. Ieri davanti al gup, il giudice per le udienze preliminari, si è aperto il processo per calunnia: l’imputata è una ragazza straniera sulla trentina, difesa d’ufficio dall’avvocato Marco Baietta. La donna non si è presentata e fino a qui niente di anomalo. Ma li lei nessuna traccia, risulta irreperibile. Secondo le querele presentate alle forze dell’ordine è emerso che lo scorso giugno lei avrebbe denunciato di essere stata aggredita da uno sconosciuto in piena notte. Una persona che l’avrebbe sorpresa alle spalle impedendole qualsiasi forma di reazione e che avrebbe persino tentato di soffocarla. Salvo poi riuscire a scappare e a mettersi in salvo. Ma non è tutto perché qualche giorno dopo la stessa presunta vittima avrebbe integrato la denuncia-querela accusando in particolare un uomo dell’aggressione, «pur sapendolo innocente». 

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La Procura ha aperto un fascicolo e cercato di capire se l’aggressione fosse mai avvenuta e per mano di chi. Ma i fatti non sarebbero mai successi, stando ad alcune evidenze riportate. E qui inizia l’intrigo approdato fino in Tribunale. Perché proprio quell’uomo è stato accusato? E’ il caso di dire, capovolgendo il detto, “cherchez l’homme”. Pare che la donna avesse una relazione abbastanza stabile e che abbia accusato un’altra persona per giustificarsi di fronte al fidanzato che ha scoperto la liaison amorosa. Dunque un modo per sviare su quella relazione clandestina, per niente digerita dal compagno ufficiale. Peccato che la giustizia non può chiudere un occhio e lasciar cadere la cosa.

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