Emergenza idrica, aperto il pozzo del Burano per dissetare il territorio

Il pozzo del Burano aperto ieri dopo 4 anni
Il pozzo del Burano aperto ieri dopo 4 anni
di Veronique Angeletti
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Sabato 7 Agosto 2021, 12:56

PESARO - Da mezzogiorno di ieri, il pozzo del Burano, al ritmo di 150 litri al secondo, sversa nel fiume Candigliano le sue acque preziose per dissetare il territorio. La decisione è stata presa dal comitato provinciale della Protezione civile per l’emergenza idrica.

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L’unico modo per approvvigionare gli invasi che riforniscono di acqua potabile la costa.

L’effetto, tuttavia, si vedrà solo fra due giorni. «Il pozzo del Burano nel comprensorio a cavallo tra Cagli e Cantiano è una riserva strategica che si usa in caso di emergenza – ricorda il sindaco di Cagli Alberto Alessandri che è anche presidente dell’Unione montana Catria Nerone –. A differenza dell’apertura del pozzo nell’estate 2017, questa volta abbiamo potuto decidere con scienza e coscienza. Ossia con dati fondamentali alla mano. Abbiamo avuto a disposizione il monitoraggio del pozzo dal 2017 e potuto avallare con più serenità e sicurezza un provvedimento che, potenzialmente, può incidere sull’ambiente». 

L’impatto
Un impatto su cui si è concentrata la Regione Marche che ha commissionato uno studio coordinato dall’ingegner Francesco Bocchino al fine di, riprodurre, ieri, le stesse identiche condizioni di un altro studio eseguito venti anni fa dall’Aquater del gruppo Snam per valutare se ci fossero cambiamenti nelle falde.

Si tratta di un prelievo progressivo che è iniziato a mezzogiorno della giornata del venerdì pompando la prima ora 50 litri al secondo e aggiungendo, ogni ora, altri 50 litri, fino ad arrivare ad un massimo di 400 alle 20. Per poi ritornare a 150 litri al secondo, il livello di prelievo autorizzato quest’anno.

«Comunque – incalza Alessandri – adesso è tempo di solidarietà, ma urge che la politica si prenda le sue responsabilità per adeguare l’infrastruttura idrica ai bisogni reali della popolazione. Non è ammissibile, d’estate, essere sempre in una situazione di emergenza idrica e doverla risolvere con delle misure straordinarie».

Anche l’amministratore delegato di Marche Multiservizi, Mauro Tiviroli, conferma che il prelievo delle acque del Pozzo del Burano è diverso da quello fatto nel 2017. È stato completamente ristrutturato.

«Oggi - puntualizza l'amministratore - abbiamo tutte le misurazioni sulla portata e la pressione. Questo prelievo di 150 litri è, minuto per minuto, monitorato e il sistema fornisce dati puntuali e precisi che sono a disposizione delle amministrazioni, delle associazioni, della Regione, dell’Arpam. Insomma, di tutti i soggetti interessati. Comunque, ribadisco, che questo prelievo non sarà un dolore per il territorio. Per l’emergenza idrica del 2017 abbiamo prelevato oltre 1,5 milioni di metri cubi e, nell’arco di due settimane, la pressione è ritornata al livello originario».

Anche Tiviroli, però, vede nella decisione di attingere alla riserva d’acqua strategica del Burano l’occasione di evidenziare l’importanza di rivedere la rete di approvvigionamento idrico della provincia di Pesaro e Urbino. 

Le scelte
«La decisione di aprire il pozzo - puntualizza - darà sollievo agli impianti di potabilizzazione di Calcinelli, ma questo incontro ci consente di evidenziare i cambiamenti in atto. Non parlo solo di quelli climatici, ma anche dei fabbisogni d’acqua. Chi prima attingeva dai pozzi privati, oggi deve invece rifornirsi dalla rete. Dobbiamo fare i conti con un’altra realtà, il che impone delle nuove decisioni strategiche».

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