Pesaro, arrivano bidelli e impiegati per tamponare i buchi di personale

Scuola, arrivano bidelli e impiegati per tamponare i buchi di personale
Scuola, arrivano bidelli e impiegati per tamponare i buchi di personale
di Miléna Bonaparte
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Domenica 4 Settembre 2022, 05:10

PESARO - Collaboratori scolastici per il controllo e la sorveglianza degli alunni, assistenti impiegati nelle segreterie, operatori tutto fare. A fronte del taglio con la fine dello stato di emergenza di bidelli e personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) precario legato al Covid, arriva una piccola boccata d’ossigeno dall’Ufficio scolastico regionale che ha assegnato agli istituti della provincia 96 assunzioni per un rientro in classe “protetto” da ogni rischio e pericolo non solo sanitario, posti in più quantificati in ore di lavoro e risorse economiche necessarie, a fronte di 423 nuovi incarichi nelle Marche.

In particolare sono stati resi disponibili nel territorio di Pesaro Urbino 66 bidelli, 24 assistenti amministrativi, 5 tecnici e 1 addetto all’azienda agraria dell’istituto agrario Cecchi. Una integrazione che ha leggermente ampliato i margini di manovra delle assegnazioni di operatori Ata di ieri mattina, in vista della ripresa delle lezioni il 14 settembre.Il personale aggiuntivo è “in deroga all’organico di diritto per garantire le necessarie condizioni di sicurezza e incolumità degli alunni e salvaguardare il regolare funzionamento delle istituzioni scolastiche”, comunica il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti nel decreto del 30 agosto. Vale a dire un monte ore in più da distribuire nelle scuole marchigiane dove sono stati messi a disposizione 287 bidelli, 112 assistenti amministrativi, 20 tecnici e 3 addetti alle aziende agrarie. 
«Non ci sono le condizione per una reale sicurezza degli studenti - sottolinea Serena Pagliai della Cisl scuola di Pesaro -, i nuovi posti sono una goccia nell’oceano della grave e annosa carenza di personale, non solo di ausiliari, amministrativi e tecnici, ma anche di docenti. Questa assegnazione dell’Ufficio scolastico regionale è stata fatta solo alla luce del fabbisogno di personale Ata accertato con un monitoraggio precedente alla pandemia, in vista dell’imminente avvio delle lezioni. Dati storici sulle necessità espresse dalle istituzioni scolastiche. Ma le ore in più non sono sicuramente sufficienti in rapporto ai bisogni reali e, se sarà il caso, i dirigenti degli istituti faranno presente le carenze e avanzeranno ulteriori richieste». 
Lavoratori precari, quelli che sono stati a disposizione durante i due anni di pandemia, che sarebbero dovuti diventare strutturali, per ragioni di sicurezza degli studenti che vanno al di là dell’emergenza sanitaria. «Veramente ridicolo il personale Ata aggiuntivo deciso per quest’anno - commenta Tuscia Sonzini della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil -, molto esiguo rispetto alle richieste che hanno fatto le scuole, ho calcolato 2.162 ore di lavoro per i collaboratori scolastici pari a una sessantina di bidelli in più, tenendo conto che gli istituti sono 54 è stato assegnato in media un nuovo collaboratore a tutti. Ore assolutamente insufficienti anche per gli assistenti amministrativi, 870 per 24 impiegati nelle segreterie». Una delle tante incognite, dunque, insieme alle misure anticovid ad interim modificabili a seconda dell’entità dei contagi, che gravano sul rientro in classe. Non ultima, la crisi energetica per il caro bollette di luce e gas.
ISecondo la sindacalista della Cgil incombe anche l’impennata dei costi per il riscaldamento delle aule: «La necessità di limitare i consumi a causa del rialzo del prezzo dei prodotti energetici sta innescando proposte che non tengono assolutamente conto delle difficoltà, dovute ai numerosi tagli subiti nel corso del tempo.

Il ricorso alla didattica a distanza in nome del risparmio, dopo aver vissuto le conseguenze psicologiche e sociali del ricorso alla Dad in emergenza, vorrebbe dire avvallare il principio che l’istruzione non è un diritto, ma una spesa. Se la scuola fosse stata al centro dell’interesse, si sarebbe investito in personale e spazi didattici, e anche adeguato da tempo le retribuzioni del personale, infine andavano impiegati i fondi del Pnrr per l’efficientamento energetico». 

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