La "y" del cognome diventa "j" e si trova sulla fedina penale sette condanne per furto di un altro

Pesaro, la "y" del cognome diventa "j" e si trova sul groppone sette condanne per furto di un altro
Pesaro, la "y" del cognome diventa "j" e si trova sul groppone sette condanne per furto di un altro
di Luigi Benelli
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Giovedì 10 Giugno 2021, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 15:48

PESARO - Una “Y” che diventa “J”, la stessa data di nascita e un 57enne marocchino si trova un casellario penale fatto di ben 7 condanne. 
Un incubo tanto che ieri l’avvocato difensore Marco Vitali è stato davanti al giudice monocratico per un incidente d’esecuzione per chiedere di effettuare alcuni esami e scagionare il suo assistito. Si tratta di un marocchino che qualche settimana fa si è ritrovato accusato di aver avuto 7 condanne per reati contro il patrimonio, furti, falsità in autorizzazioni amministrative e violazione dell’obbligo del foglio di via dalla provincia di Pesaro.

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Uno shock, il rischio di ricevere qualche misura cautelare e di trovare difficoltà al lavoro e in qualsiasi ufficio pubblico. Così si è rivolto ad un avvocato e la situazione ingarbugliata si è presto palesata al legale.
«Secondo la nostra tesi il sistema informatico centrale, nell’analizzare i carichi pendenti, ha unito i fascicoli del mio assistito con quello di un altro. Il cognome è simile, cambia solo la Y, il nome è lo stesso, ma Mohammad è un nome molto comune. Ma soprattutto hanno la stessa data di nascita, il 1° gennaio del 1963. Questa data è molto comune nel mondo arabo perché mentre in Italia si hanno tre giorni per la registrazione all’anagrafe, in questi paesi i nati a fine dicembre e primi di gennaio vengono registrati quasi tutti il 1° gennaio, una data che rappresenta un buon auspicio e un augurio. Non c’è da sorprendersi se molti stranieri sono nati tutti in questo giorno, è un fatto culturale. Per noi i fascicoli sono stati scambiati per un errore informatico dunque abbiamo chiesto l’esame dattilografico in modo da far emergere la diversità delle due persone tramite le impronte digitale e anche il fotosegnalamento così da escludere che il mio assistito sia estraneo ai fatti commessi dal suo omonimo.
«Siamo convinti di poter far valere le nostre ragioni e restituire tranquillità al 57enne».

Il processo si è celebrato a Pesaro perché l’ultima condanna è avvenuta nel nostro territorio, ma entrambi risiedono a Milano. 

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