PESARO - Cercasi nuova sede per gli uffici direzionali della futura Azienda sanitaria territoriale e relativi servizi, ma Asur e Regione avrebbero le «idee poco chiare». Mosse contraddittorie, un progetto fantasma, bandi per affittare altri locali al posto della sede di via XI Febbraio, un ospedale di comunità finanziato con il Pnrr per un utilizzo «discutibile». Pedine su un tavolo da gioco edilizio e immobiliare «confuso».
Le contraddizioni
Almeno secondo il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Biancani che apre il fascicolo legato alla riqualificazione dell’ex ospedale psichiatrico San Benedetto e viene fuori un po’ di tutto.
Doppio binario
«Da una parte sono stati avviati bandi per cercare nuovi locali in affitto e le gare sono andate deserte. Dall’altra, c’è ancora in piedi il progetto iniziale dell’Asur per recuperare il San Benedetto, attorno ai porticati seicenteschi, e trasformare circa 6mila metri quadrati in uffici e servizi. Intanto si finanzia con il Pnrr un nuovo ospedale di comunità a Villagrande di Mombaroccio per una destinazione contestata, cioè i posti letto delle comunità psichiatriche che devono lasciare Muraglia. In conclusione non si è capita la volontà della Regione». Le mosse non sono semplici attorno al vecchio manicomio che rischia di crollare come un castello di carte: «Sulla necessità di mettere in sicurezza i solai e le strutture pericolanti ho presentato 3 interrogazioni - sottolinea il consigliere del Pd -, ma il nodo è un altro. Non siamo di fronte a un edificio abbandonato, perché il Comune è a buon punto, ci sono 15 milioni di euro del Pinqua-Pnrr, una gara d’appalto per il progetto definitivo, tempi che devono essere rispettati, la scadenza improrogabile è il 2026. Il problema è che la Regione non fa la sua parte, manifestando scarsa volontà politica di risistemare il San Benedetto». E Biancani scandisce: «Il protocollo d’intesa non prevede che l’Asur intervenga in un secondo momento, da nessuna parte si fa riferimento a questa tempistica. È quasi ovvio che si intervenga insieme, perché c’è il rischio che gli inquilini vadano ad abitare nelle case popolari vicino a un rudere».
Gli atti
Invita Aguzzi ad andarsi a rileggere gli atti, il consigliere del Pd: «Sono 706 i metri quadrati, nell’area dei cortili interni, che il Comune deve cedere già ristrutturati, insieme a 1.150.000 euro, alla Regione per acquisire la proprietà della parte sul Corso per un valore di 2.800.000 euro». Il fatto che la Regione non abbia concorso ai bandi europei, allarga le braccia Biancani, «sta a significare che il recupero del San Benedetto non è prioritario, se alla fine si vedrà la luce il merito sarà solo del Comune».
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