Pubblica foto e video hot della compagna sul sito di incontri: condannato per violazione della privacy

Pubblica foto e video hot della compagna sul sito di incontri: lei ritira le querele, condannato per violazione della privacy
Pubblica foto e video hot della compagna sul sito di incontri: lei ritira le querele, condannato per violazione della privacy
di Luigi Benelli
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Giovedì 20 Maggio 2021, 05:25

PESARO - Pubblicò le foto e i video osé della compagna in un sito per incontri hot. La ragazza vuole chiudere con questa storia, evitare ricordi così ritira le querele dopo un accordo extragiudiziale. Lui viene condannato comunque per la violazione della privacy.

Tutto ha origine quando una 30enne dell’Est Europa, residente da tempo nel pesarese, ha trovato per caso nella cronologia del computer del compagno il link a un sito di incontri hot. Incuriosita ha cliccato e ha trovato le sue stesse foto spinte nel portale. Vedersi sul sito per scambisti è stato uno shock. Il mondo le è crollato addosso e tutto è finito in mano agli avvocati. La 30enne è stata seguita dal legale Carlo Scalpelli che ha presentato querela. Secondo l’indagine il compagno, un uomo di 56 anni si era registrato nel sito “Annunci69” e aveva quindi diffuso 30 fotografie e video della donna nuda e in atteggiamenti sessuali espliciti, momenti ripresi durante i rapporti intimi con la donna. Lei ne era a conoscenza, ma pensava che sarebbero rimasti tra le mura domestiche e soprattutto non aveva mai dato l’autorizzazione alla loro divulgazione. In pratica l’annuncio proponeva scambi di coppia e l’uomo si era iscritto pensando, secondo l’accusa, di trarne profitto.

Peccato che la compagna non ne sapesse nulla. La storia si era immediatamente interrotta, ma sarebbero inziati gli atti persecutori. L’uomo, secondo le carte, avrebbe molestato ripetutamente la ex. Continue telefonate, messaggi senza tregua persino foto di bambole impiccate. Ma non solo, perché il 56 enne ha inserito commenti offensivi e allusivi a prestazioni sessuali a pagamento. Lui, bannato dai profili social tradizionali, aveva creato altri profili falsi pur di seguire la donna su Facebook. Una condotta che ha portato la ragazza ad avere un continuo stato di ansia e disagio. E di vergogna derivata dalla pubblicazione delle foto. Già, perché seppure era stato tutto rimosso, aveva ricevuto richieste di incontri con lettere anonime. Motivi per cui si era persino rivolta a uno psicoterapeuta. L’uomo è finito quindi a processo per violazione della privacy, l’appropriazione indebita della targa del motorino di lei e per atti persecutori. Ieri davanti al Gup è stato condannato a 4 mesi per la violazione della privacy. Gli altri capi di imputazione sono decaduti dalla remissione di querela.

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