Molesta sessualmente la nipote di dieci anni, lo zio orco finisce a processo

A processo per molestie su una bambina
A processo per molestie su una bambina
di Luigi Benelli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Novembre 2020, 07:20

PESARO - Avrebbe molestato la nipote bambina, zio finisce a processo. Udienza preliminare in tribunale un per caso molto delicato avvenuto nel Pesarese. L’uomo, circa 60 anni, è stato rinviato a giudizio con la pesantissima accusa di aver molestato sessualmente la nipote acquisita che all’epoca dei fatti aveva appena 10 anni. Una situazione che sarebbe andata avanti per un paio di anni.

Palpeggiamenti e approcci mentre la piccola era nella casa vicina allo zio e che hanno lasciato inerme per diverso tempo la povera bambina.Tutto sepolto nella memoria, mai urlato all’esterno, ma sempre presente. Corrosivo come un tarlo. Finchè i genitori hanno notato qualche anno dopo che la ragazzina era chiusa in se stessa, malinconica. Uno stato non proprio compatibile con una adolescenza da vivere nella spensieratezza. La ragazzina ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai genitori. Confidenze che sono diventate macigni. La coppia ha quindi denunciato tutto alla squadra mobile della questura di Pesaro che ha avviato le indagini con determinatezza e discrezione. Lo zio ha una precedente condanna per reati simili, dunque per la famiglia uno shock. E un elemento che per l’accusa ha un valore importante.

Le indagini sono andate avanti finchè la minore è stata sentita durante un incidente probatorio in cui ha raccontato quell’incubo. Lucida, presente a se stessa. Il giudice l’ha ritenuta credibile, affidabile e capace di testimoniare. Sul caso è intervenuto anche il tribunale dei minori. Poi si è incardinato il procedimento che ha visto la svolta ieri, in una giornata simbolo: quella contro la violenza sulle donne e a pochi giorni dal 20 novembre, la giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’uomo è stato rinviato a giudizio e il dibattimento inizierà a marzo davanti al collegio, con rito ordinario. La famiglia della ragazzina si è costituita parte civile tramite gli avvocati Silvia Remedia e Marilù Pizza e ha avanzato una richiesta di risarcimento di circa 200 mila euro per la bimba, madre e padre. Non è una questione economica, ma di presenza e supporto per assistere al meglio la famiglia e puntellare l’indagine. L’avvocato dell’imputato ha scelto il rito ordinario per poter presentare la propria difesa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA