PESARO - Otto anni di condanna per l’accusa di violenze sessuali nei confronti della figliastra. Una storia drammatica per la quale, una volta emersa, non si è perso un solo minuto di tempo, avviando un’indagine davvero rapidissima. Lei, tuttora minorenne, lo chiamava “papà” perché era entrato nella sua vita quando era ancora una bambina piccola. Ma dall’età di 14 anni, l’uomo, oggi 51enne operaio, avrebbe iniziato ad abusare di lei.
Prima palpeggiamenti, poi contatti sempre più espliciti e spinti. Rapporti che si sarebbero consumati quando era solo in casa con lei. E secondo l’accusa ciò sarebbe avvenuto anche sotto l’effetto di alcol che lui le avrebbe fatto bere.
Una storia che emerge in tutta la sua crudezza a febbraio e che in poche ore ha portato all’arresto di lui.
L’indagine
La Procura ha stretto subito una rete di protezione e sostegno nei confronti della minore e in poche ore era arrivata ad avere elementi chiave per poter procedere all’arresto. Tra questi una registrazione audio di atti sessuali consumati in auto. Stava tornando da una serata con le amiche quando è salita in auto con il patrigno. L’amica le ha acceso il registratore del cellulare e l’audio dell’orrore è finito sul tavolo della procura assieme al cellulare del 51enne. Dentro ci sarebbero state anche foto della figliastra nuda. La giovane, ritenuta credibile e affidabile, ha raccontato quanto accaduto nell’incidente probatorio. Tutto cristallizzato e portato come prova nel rito abbreviato davanti al giudice.
Una storia agghiacciante perché sarebbe emerso che lui avrebbe voluto indurla a prostituirsi, tanto che sarebbe stato anche ricostruito un episodio in merito. Un caso di competenza della procura distrettuale di Ancona. Vengono ricostruiti anche altri episodi terribili per la ragazzina, con lui che l’avrebbe attesa coi pantaloni abbassati o sarebbe entrato in doccia con lei.
Il pubblico ministero Giovanni Narbone ha chiesto la condanna a 8 anni e 4 mesi.
Le due versioni
L’imputato, difeso d’ufficio dall’avvocatessa Eleonora Nocito, nega. Dall’altra parte figlia e madre si sono costituite parte civile con l’avvocatessa Mara Roccisano. Hanno chiesto un risarcimento di 250 mila euro. Ieri la sentenza per un caso velocissimo, con l’uomo condannato a 8 anni di reclusione e 45 mila euro di risarcimento. La difesa è pronta a fare appello.