Stalker anche dopo la condanna: blocca la ex dentro l'ascensore e le sferra un pugno in faccia

Stalker anche dopo la condanna: blocca la ex dentro l'ascensore e le sferra un pugno in faccia
Stalker anche dopo la condanna: blocca la ex dentro l'ascensore e le sferra un pugno in faccia
di Luigi Benelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 18 Maggio 2021, 10:25

PESARO Bloccata dentro l’ascensore e colpita con un pugno in faccia. È la storia burrascosa di una coppia peruviana pesarese, già balzata alle cronache. Ieri un nuovo capitolo con una condanna per il 45enne. I fatti sono diversi e i capi di imputazione erano di violenza privata, molestie, mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice. L’uomo, ormai separato, non accettava la fine del rapporto e un giorno si è piazzato sul pianerottolo di casa bloccando l’ex, 35enne, nell’ascensore.

Non solo le avrebbe impedito di uscire ma l’avrebbe colpita con un pugno al volto che le hanno causato lesioni allo zigomo giudicate guaribili in 7 giorni. Poi le molestie, anche nelle ore della notte. Si presentava all’esterno dell’abitazione nel tentativo di incontrarla. 

I precedenti

Azioni che hanno provocato turbamento nella donna, per le molestie subite. Una volta avrebbe suonato ripetutamente il campanello a mezzanotte, svegliando anche i figli minorenni. Ma gli episodi sono diversi perché l’uomo si presentava a casa per vedere i figli anche nei giorni in cui non era consentito. Tale insistenza ha portato a violare le disposizioni del tribunale di Pesaro. Una delle volte avrebbe seguito la ex e i bambini per poi rivolgere insulti e offese alla donna. «Prostituta, mi hai rovinato la vita».

L’uomo è finito a processo difeso dall’avvocato Alessandro Pagnini ed è stato condannato a 7 mesi e 10 giorni. Un personaggio tutt’altro che nuovo alle vicende giudiziarie. Nel 2019 aveva avuto una prima condanna a un anno e otto mesi con pena sospesa per i reati come violenza sessuale, violenza privata, maltrattamenti sempre nei confronti della ex moglie. 

Lo stalking

Ma nei giorni successivi al verdetto del giudice aveva continuato a sentire la ex, con troppa insistenza. Messaggi, chiamate, senza tregua. Tanto che era partita una nuova denuncia per atti persecutori. Così il giudice aveva emesso un divieto di avvicinamento alla ex fino a 100 metri, altrimenti sarebbero scattate misure pesanti. Lei in aula aveva raccontato che lui si sarebbe intascato i contributi di maternità per i figli. Poi era passato anche alle mani. Una prima volta un calcio allo stomaco, con la donna finita in ospedale con cinque giorni di prognosi. Il tutto sarebbe successo anche davanti ai figli minorenni. 

I referti

Fino ad arrivare alle violenze, chiedendo ai figli di andare nell’altra stanza per poi abusare della donna. I referti medici erano finiti tra gli atti. Le querele erano diverse tanto che i capi di imputazione risultavano otto.

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