PESARO - Di giorno mercante ambulante di abbigliamento, ma una volta chiusa la bancarella è stato accusato di fare tutt’altro. Ovvero essere uno degli intermediari per un traffico internazionale di droga. Dall’estero una prima tappa a Milano, poi diritta in Sicilia, a Palermo. Ma a essere coinvolto è un italiano di origini marocchine M.E. di 65 anni residente nel Pesarese a Tavullia, ora in carcere a Pesaro con la grave accusa di spaccio e associazione a delinquere.
Del resto le indagini sono state portate avanti dalla direzione distrettuale antimafia. E si parla di quintali e quintali di hashish. Il processo si celebra nella famosa aula bunker a Palermo e la richiesta di condanna per il pesarese è molto alta. Secondo le indagini nonostante si trovasse agli arresti domiciliari per altri reati, un 52enne palermitano avrebbe avuto il ruolo di coordinare un gruppo di persone per importare ingenti quantitativi di hashish, attraverso contatti con soggetti stranieri operanti sul territorio nazionale tra cui il marocchino, residente nel Pesarese, ritenuto responsabile dello smistamento in Italia di ingenti quantitativi di tale sostanza stupefacente, per conto di fornitori che si trovavano in Marocco.
I contatti
L’hashish inizialmente veniva stoccato in dei magazzini al nord Italia. La sostanza stupefacente veniva così acquistata e trasportata dalla provincia di Milano, da Vicenza o dalla provincia di Alessandria verso Palermo.