Segrega in casa la fidanzata 19enne e le caccia le dita in gola per non farle chiedere aiuto: a processo anche per sequestro di persona

Segrega in casa la fidanzata 19enne e le caccia le dita in gola per non farle chiedere aiuto: a processo anche per sequestro di persona
Segrega in casa la fidanzata 19enne e le caccia le dita in gola per non farle chiedere aiuto: a processo anche per sequestro di persona
di Luigi Benelli
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Venerdì 4 Febbraio 2022, 04:10

PESARO - Le dita in bocca per non farla urlare, chiusa in camera per non farla uscire. E ancora una serie di violenze inanellate nei pochi mesi di convivenza. E’ iniziato in Tribunale il processo nei confronti di un ragazzo di 24 anni di origini marocchine accusato di maltrattamenti, lesioni e sequestro di persona. Un caso esploso in tutta la sua veemenza lo scorso agosto quando il giovane fu arrestato dai carabinieri. Quella sera la fidanzata, 19 anni, pesarese, era stata vista camminare da sola in strada In Sala a Villa Fastiggi

Quella notte d’agosto

Dopo l’allarme dei passanti i carabinieri l’avevano raggiunta.

Secondo la ricostruzione lei aveva appena litigato con il fidanzato - con cui conviveva - per una telefonata ricevuta da alcuni amici. Lui, accecato da una ossessiva gelosia, l’aveva colpita al volto e stretto le mani al collo. Lei era scesa dall’auto in cui era, oltre che con il manesco fidanzato, con un amico. Poi lui, sempre in auto, era tornato a casa a prendere quattro coltelli ed era nuovamente uscito. 

I precedenti

Lui disse che era arrabbiato per la telefonata ricevuta e i toni aggressivi utilizzati dai giovani che si erano messi in contatto con la sua fidanzata. E che era uscito per cercare loro, non lei. La sua corsa si era fermata in un fosso, dove era precipitato con l’auto dell’amico. Il tutto sotto gli effetti dell’alcol. Ma i carabinieri hanno ricostruito i fatti ed è emerso un quadro di maltrattamenti e lesioni dalla data della convivenza, giugno 2021. Giusto due mesi prima. Più volte l’avrebbe schiaffeggiata, insultata e minacciata: «Ti ammazzo». In un’occasione si era presentato sul luogo di lavoro di lei e aveva aggredito la ragazza e un collega con cui era convinto lo tradisse. Fu necessario l’intervento della polizia anche se lei minimizzò l’accaduto. Scontri e litigi per motivi di gelosia finiti con un occhio nero e una mascella gonfia, ma anche calci e schiaffi dopo le accuse di tradimento. A luglio la ragazza dovette recarsi al pronto soccorso, dove intervenne la polizia, ma lei aveva ridimensionato l’accaduto. Ebbe 12 e 8 giorni di prognosi per le lesioni ricevute nei due fatti segnalati. Una escalation culminata in un ulteriore episodio in cui lui le avrebbe ficcato due dita in gola per non farla urlare, fino a farla sanguinare dalla bocca e dal naso. Le avrebbe anche impedito di chiedere aiuto prendendole il telefono. 

Ancora in carcere

Tra i capi di imputazione anche il sequestro di persona per averla chiusa in camera a chiave per evitare che potesse fuggire dopo una lite. E poi nella sera dell’arresto, durante la colluttazione in auto, le aveva impedito di uscire posizionandosi davanti alla portiera. Il processo è aggiornato, verranno ascoltati i testi. La parte offesa è difesa dall’avvocatessa Raffaella Marini, mentre l’imputato, tutt’ora in carcere, è seguito dagli avvocati Francesco Coli e Marco Defendini.

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