PESARO - Le minacce di morte e i maltrattamenti reiterati nel tempo in un crescendo di violenza verbale e non solo: condanna in aula per l’ex marito. Il caso riguarda i comportamenti di un 60enne di origini pugliesi per il quale era scattato un divieto di avvicinamento nei confronti della ex, anche lei pugliese di alcuni anni più giovane, entrambi residenti nel Pesarese.
La storia
Il motivo: una serie di maltrattamenti occorsi durante e dopo la fine della loro relazione. Ingiurie e minacce ripetute di persona e per telefono tanto da costringere la donna a bloccarlo su Whatsapp. Le frasi finite agli atti erano pesanti: «Ti ammazzo, ti tolgo dal mondo, ti metto sotto terra». E ancora il riferimento alla casa coniugale e al figlio avuto dalla loro relazione. «Lo pago io l’affitto quindi la casa è la mia, vattene che ti ammazzo, non sto scherzando, qui rimango io. Se ti trovo per strada ti massacro». Due mesi di messaggi e chiamate tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020. Una escalation verbale culminata in espressioni come: «Ti sotterro con le mie stesse mani, lasciami la casa che ti faccio fuori». E ancora intimidazioni. «Ti farò passare un brutto quarto d’ora, te lo dico con calma e tranquillità». Frasi e minacce che sarebbero state pronunciate anche in presenza degli assistenti sociali.
«Quella la rovino, alla mia età non mi faccio mettere i piedi in testa da una più giovane.
I tempi
L’avvocato difensore dell’imputato ha cercato di far notare come il lasso di tempo delle minacce sia stato breve per la formulazione del capo di imputazione dei maltrattamenti che presuppone una lunga reiterazione. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 2 anni. Dopo una breve camera di consiglio il giudice ha inasprito la pena e condannato l’uomo a 3 anni di reclusione.