Il cane abbaia ed il vicino di casa denuncia la proprietaria per disturbo della quiete: assolta

Il cane abbaia ed il vicino di casa denuncia la proprietaria per disturbo della quiete: assolta
Il cane abbaia ed il vicino di casa denuncia la proprietaria per disturbo della quiete: assolta
di Luigi Benelli
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Giovedì 21 Aprile 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 08:50

PESARO - Il cane abbaia di continuo e il vicino querela la proprietaria. Ieri davanti al Gup la discussione con rito abbreviato e l’epilogo della storia che va a favore della donna (e del cane): il fatto non sussiste e quindi la proprietaria non sarà sottoposta ad ammenda, ovvero in pratica non pagherà la sanzione paventata in casi simili.

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Rapporti di vicinato

Una tipica storia di vicinato di quelle che possono fare scuola nei rapporti condominiali e tra inquilini.

Il fatto è avvenuto a Villa Ceccolini l’estate scorsa quando un uomo di 54 anni e la moglie hanno lamentato l’abbaiare del cane della vicina. A loro dire rumori persistenti anche di notte tanto da rendere impossibile il sonno. L’uomo avrebbe chiamato diverse volte la polizia locale e le guardie zoologiche per una ispezione al cane meticcio di una signora di 50 anni. Ma le guardie non avrebbero rilevato anomalie rispetto allo stato di salute dell’animale, alla cura con cui era tenuto e soprattutto all’abbaiare. Tutto nella norma, tanto da non redigere verbali particolari. Ma il vicino non si è fermato e ha denunciato la proprietaria per disturbo della quiete pubblica. Una denuncia che è materia penale. La querela è andata avanti e la donna è stata condannata a pagare una ammenda di 150 euro. Ma l’avvocato Alfredo Torsani non si è arreso e ha presentato una opposizione alla sentenza di condanna. Ieri mattina la discussione con rito abbreviato davanti al Gup. E il giudice ha assolto la signora perché il fatto non sussiste. «Il reato 659 relativo al disturbo della quiete pubblica presuppone un pericolo concreto per quiete della collettività e non di un soggetto singolo – spiega Torsani – Abbiamo quindi fatto leva sul fatto che gli altri vicini non avevano lamentato i rumori e che anche le stesse guardie zoologiche non avevano riscontrato situazioni anomale». 

Le motivazioni

«Dunque - puntualizza il legale - tutto questo non poteva configurare una ipotesi di reato. Parliamo di un reato penale, dunque anche se punito con ammenda, era qualcosa da cui volevamo difenderci. Motivo per cui ho chiesto l’assoluzione». Le motivazioni in 30 giorni. 

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