Produce e brevetta l'ecocanapa e porta anche le borse in tribunale, ma non basta: condannato per la coltivazione

Produce e brevetta l'ecocanapa e porta anche le borse in tribunale, ma non basta: condannato per la coltivazione
Produce e brevetta l'ecocanapa e porta anche le borse in tribunale, ma non basta: condannato per la coltivazione
di Luigi Benelli
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Venerdì 15 Aprile 2022, 06:10

PESARO - Si è presentato in tribunale con le borse realizzate in ecopelle alla canapa. Un prodotto che ha anche brevettato, ma per il giudice non è bastato. Ed è stato condannato per coltivazione di sostanza stupefacente. Lui è un pesarese di 42 anni, Alessandro Fabbri, capace di inventare un prodotto così innovativo, tanto da finire sotto la lente di grandi marchi internazionali.

In tribunale, davanti al giudice monocratico, ha raccontato la sua versione e portato la mole di corrispondenza di grandi marchi internazionali che chiedono la sua ecopelle alla canapa per realizzare scarpe e borse.

I prodotti in ecopelle

E’ finito davanti al giudice perché nella sua abitazione sono state trovate 14 piante di cannabis da cui si possono ricavare, tramite il processo di essicazione, foglie per un peso di 350 grammi.

Gli investigatori hanno anche trovato 23 grammi di infiorescenze essiccate: il tutto per un corrispettivo di 376 dosi di marijuana. Ma il 41enne è finito anche in alcune riviste specializzate perchè dalla canapa ha realizzato borse con un materiale innovativo, l’ecopelle. Una ricerca lunga tanto che ora ha depositato tutto il processo per un brevetto ad hoc che è stato accettato. L’avvocato dell’imputato, Carlo Scalpelli, ha portato avanti la sua linea difensiva: «Il mio assistito è un ricercatore e coltiva canapa per isolare il biopolimero e il canapulo. Si tratta di fibre molto resistenti con cui creare successivamente tessuti o borse in ecopelle. Abbiamo portato anche una lunga corrispondenza con marchi importanti e multinazionali. La coltivazione è finalizzata alla produzione di fibre per realizzare il materiale. Prende il nome di Napee ed è il primo tessuto spalmato al 97% green, e cioè un biopolimero a base di oli naturali con un 20/30% di canapa. E’ un ricercatore che collabora anche con l’Università di Ferrara ed è stato citato su riviste di settore per i materiali sostenibili nell’ambito dell’economia circolare. Napee si propone come sostituto alla pelle e alla finta pelle totalmente green da utilizzare in campi come gli interni per la nautica, gli accessori, borse, scarpe, divani. Andremo avanti fino in fondo con questa linea difensiva». 

La ricerca e il tessuto

Il tessuto viene realizzato interamente con le materie di scarto sviluppate nella coltivazione della canapa e il cui intero processo produttivo non prevede l’uso di solventi tossici né la realizzazione di scarti non riciclabili. I polimeri utilizzati sono di nuova generazione ed in parte biodegradabili. Napee si presenta quindi come un’ecopelle di origine naturale con proprietà termoregolabili e antibatteriche. Ma i quantitativi e i metodi di essicazione hanno inciso non poco così il 41enne ieri è finito davanti al giudice. Ieri il pubblico ministero ha chiesto 4 mesi di condanna, ma il giudice ha condannato Fabbri a 1 anno e 4 mesi. L’avvocato Scalpelli è pronto a fare appello: «Aspetteremo le motivazioni, ma siamo determinati a far capire che in questo caso la coltivazione è motivata dalla ricerca e dal far innovazione. E il brevetto ottenuto lo dimostra».

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