Prenotazioni disdette, gli alberghi chiudono: «Non ce la facciamo»

Prenotazioni disdette, gli alberghi chiudono: «Non ce la facciamo»
Prenotazioni disdette, gli alberghi chiudono: «Non ce la facciamo»
di Luigi Benelli
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Domenica 6 Dicembre 2020, 05:25

PESARO  - Albergatori in ginocchio dopo l’ultimo Dpcm, saltano tutte le prenotazioni. E la difficoltà della categoria si rispecchia anche nella ingiunzione di pagamento che il Comune ha emanato nei confronti di 6 strutture che non hanno pagato la tassa di soggiorno del 2019.

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«Il divieto di spostamenti sancito dal 21 dicembre al 6 gennaio ha ucciso il turismo – spiega il presidente Apa Hotels Fabrizio Oliva – avevamo riempito una decina di alberghi annuali per il capodanno.

Abbiamo avuto anche il caso di un albergo che avrebbe riaperto appositamente vuoto per il pieno proprio per le prenotazioni ricevute. Ma le persone non si possono spostare ed è saltato tutto. L’incertezza di qualche settimana fa aveva già fatto piovere disdette, ma ora non c’è più possibilità tanto che diversi alberghi annuali stanno chiudendo. Per ora sono aperti 7-8 su 13 ma altri potrebbero aggiungersi. Albergatori e tour operator sono in estrema difficoltà. Parliamo di una perdita di fatturati importanti, che si riflette anche a livello occupazionale sui dipendenti, collaboratori, ma anche fornitori. Una catena che si è inceppata».

Si prova a guardare avanti, ma con estrema incertezza. «Siamo in attesa di capire cosa succederà dopo il 7 gennaio, alla fine di questo ultimo Dpcm. Ma il governo sta rubando tempo e per noi programmare è tutto. Non ci sono eventi, non si possono organizzare e dunque è impensabile richiamare turisti o persone che si spostano per convention. Dobbiamo sperare nella Pasqua altrimenti sarà un 2021 davvero difficile con il rischio che qualche imprenditore possa chiudere». Intanto il Comune ha accertato che 6 albergatori non hanno versato l’imposta di soggiorno. Questo emerge dalla verifica delle dichiarazioni trimestrali presentate per il terzo e quarto trimestre dell’anno 2019 e dai riscontri delle somme effettivamente riversate all’Ente. Si parla di 20.760,50 euro e di un conseguente recupero dell’evasione Imposta di Soggiorno.

«E’ un evidente segnale di una categoria in difficoltà. Quest’anno la tassa di soggiorno, vista l’emergenza covid, è stata rinviata al 16 ottobre per andare incontro agli imprenditori – spiega Oliva – e ovviamente gli importi erano più bassi visto il calo delle presenze e degli arrivi. È chiaro che l’anno scorso le cifre erano più alte, ma qualche albergatore ha fatto difficoltà a corrisponderle. Lanciamo un appello al Governo perchè si occupi anche della categoria dei tour operators e albergatori perché il comparto è al collasso».

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