Porta ad aggiustare l'aspirapolvere, gliene ridanno uno peggiore: commercianti denunciati

Pesaro, porta ad aggiustare l'aspirapolvere, gliene ridanno uno peggiore: commercianti denunciati
Pesaro, porta ad aggiustare l'aspirapolvere, gliene ridanno uno peggiore: commercianti denunciati
di Luigi Benelli
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Giovedì 10 Settembre 2020, 09:33

PESARO Accusati di essersi appropriati di un aspirapolvere di un cliente, finiscono a processo. E non è la prima volta. Ieri il caso è stato discusso a Pesaro in tribunale davanti al Giudice per l’udienza preliminare.

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La storia è quella di una donna che ha portato a riparare l’elettrodomestico di marca Folletto in un negozio di quartiere. Fino a qui nulla di strano, ma anziché rivedere il proprio aspirapolvere, la donna si è vista consegnare un altro prodotto, ovviamente di valore minore.
 
Così ha fatto richiesta verbale e scritta di poter riavere il suo Folletto, ma i negozianti, un 50enne e una 38enne, non hanno restituito il prodotto. Alla fine la cliente si è rivolta a un avvocato per presentare formale denuncia. «Non era la prima volta che capitava una storia del genere – spiega l’avvocatessa Nicoletta Morante – avevo già aperto un caso identico con un’altra cliente e con protagonisti sempre i due negozianti. La denuncia è andata avanti e ora ci troviamo davanti al giudice». L’accusa è quella di appropriazione indebita allo scopo di ricavare ingiusto profitto. 
Fatto aggravato
Il tutto aggravato dal fatto commesso con abuso di prestazione d’opera avendo la cliente consegnato loro l’elettrodomestico per effettuare una riparazione. «La cliente aveva fiducia verso i negozianti, ma si è trovata poi senza aspirapolvere». Ieri uno dei due negozianti ha affermato di voler risarcire il danno alla cliente cercando quindi di chiudere il procedimento penale. L’udienza è stata quindi aggiornata. I prodotti della Folletto sono sempre molto ambiti, come dimostrano anche altre inchieste riguardanti il furto o il commercio fraudolento di prodotti contraffatti. A dicembre un pesarese di 60anni era finito alla sbarra con l’accusa di commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. In pratica secondo un’indagine della guardia di Finanza alcuni prodotti come filtri e sacchetti erano stati introdotti dalla Cina sul territorio italiano. L’uomo è stato accusato anche di ricettazione perché i prodotti in questione sono stati importati dalla Cina. Ma fu assolto perché non avrebbe saputo di aver acquistato prodotti contraffatti, fidandosi dell’importatore.
 

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