Pesaro, la pizza solidale di Monica:
«Quella che non vendo, la offro»

Pesaro, la pizza solidale di Monica: «Quella che non vendo, la offro»
di Simonetta Marfoglia
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Venerdì 8 Marzo 2019, 07:50
PESARO - Offrire a chi ha necessità e non può permetterselo la pizza del giorno rimasta invenduta. E’ la “pizza solidale” di Monica Ridolfi, 38enne “figlia e nipote d’arte” che pochi mesi fa ha aperto in via Galilei, zona piazza Redi, la pizzeria “Riz” volutamente omaggio al nonno Riziero, pizzaiolo popolarissimo nel quartiere per tanti anni alla guida del locale in via Torricelli.
«Ci stavo rimuginando da un po’ - spiega Monica che dalla sua ci mette cuore ed entusiasmo - Entrano in pizzeria persone di estrema dignità e pudore che mi chiedono un pezzo di pizza ma non hanno da pagare. L’ultima volta poche sere fa, un signore sulla sessantina, gentile, che è comparso verso l’ora di chiusura. Ha detto che era passato alla Caritas ma avevano già finito la distribuzione dei pasti. Aveva fame ma non aveva soldi. Cosa avreste fatto al mio posto? Gli ho offerto quello che ho potuto».
  
E’ nata da uno slancio empatico quella che oggi Monica chiama “pizza solidale”. «Il mio locale apre nel pomeriggio - racconta - ma con mio padre siamo dentro dal mattino per l’impasto. A fine serata, in chiusura, succede che diversi pezzi, a volte 10, a volte 20 o di più, restano invenduti, ma non li puoi riproporre ai clienti il giorno dopo, la mia è una produzione che vive della freschezza del quotidiano. Così ultimamente ho iniziato a riporre la pizza già tagliata a fette in contenitori di cartone che appoggio fuori dal locale sulla panca o sul tavolo esterno. Sono a disposizione di chi vuole, di chi ha bisogno. Di chi non ha soldi per pagare ma si vergogna di chiedere o solo di far sapere in che condizioni vive. E’ un momento difficile per tanti, ci vuole un po’ di solidarietà e di aiuto comune. Ecco nel mio piccolo cerco anche io di contribuire con quel posso e che so fare». La sera Monica abbassa la serranda e se ne va a casa, con la sottile curiosità di sapere se qualcuno nel corso della notte approfitterà del contenuto di quei cartoni impilati. «Sa - prosegue - per il momento ho pubblicizzato un po’ con il passaparola, un po’ tramite i social. Avevo pensato anche di mettere dei biglietti sui cartoni, ma poi temo di poter urtare la suscettibilità se non riesco a trovare le parole giuste e ho lasciato perdere». Il gesto resta nel più assoluto anonimato. «Io non so chi prenda la pizza - chiosa Monica - ma quando torno, il giorno dopo, trovo solo briciole e contenitori vuoti. Almeno finora».
 
L’iniziativa di Monica non è un caso isolato. Un paio d’anni fa un’idea simile era venuta anche a un giovane negoziante della Celletta, Domenico Falcone, titolare di un piccolo supermercato che aveva deciso di lasciare ogni sera, alla chiusura dell’attività, il pane invenduto della giornata.
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