Altri marmi in mille pezzi: in piazza a Pesaro bloccata la ruspa

I sanpietrini ammassati in piazza
I sanpietrini ammassati in piazza
di Miléna Bonaparte
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Giovedì 20 Ottobre 2022, 06:40

PESARO  - Alla fine la ruspa si è fermata e sono arrivati i selciaroli per togliere e poi ricollocare a mano, uno per uno, i sanpietrini e i blocchi in pietra bianca d’Istria e marmo dello storico disegno della ”ragnatela”. Decisivo è stato l’intervento del comitato ”Pesaro città d’arte e cultura” che ha bloccato il mezzo mentre stava danneggiando la pavimentazione. Un decoro urbano che risale al progetto originale del 1621 voluto da Francesco Maria II Della Rovere e ai successivi restauri del 1733. 

 
I guai
Ma il danno ormai era fatto, alcune porzioni antiche di selciato sono andate in mille pezzi. «Lavori condotti come se piazza del Popolo fosse un insignificante manto stradale in asfalto - racconta Roberto Malini del comitato -, era già successo nella parte centrale vicino alla fontana e davanti alle Poste.

Avevo ottenuto rassicurazioni dalla Sovrintendenza e dal Comune che le ruspe non sarebbero più entrate, avendo gli operai lavorato manualmente. Ma questa volta ho le fotografie e i video per segnalare al Ministero dei beni culturali la mancanza di rispetto per la storia della nostra preziosa ragnatela».

Nel cantiere della piazza, dove si sta rifacendo la pavimentazione, una ruspa martedì pomeriggio ha divelto i sanpietrini e i blocchi in pietra bianca davanti al palazzo comunale, spezzandoli e in alcuni casi disintegrandoli. Quindi Malini, che ogni giorno tiene sotto controllo le operazioni, ha immediatamente messo in allarme la Soprintendenza e il Comune. I responsabili dei lavori, constatato che la ruspa era in azione in un infelice fuoriprogramma, hanno spento i motori del mezzo. 


La testimonianza
«Se nell’occasione precedente abbiamo assistito allo scempio senza avere prove di fronte alle giustificazioni degli operai (”Si è usata la massima cura, ma i blocchi erano già danneggiati”) - spiega Malini -, questa volta si sono documentati lavori non certo architettonici». Le rassicurazioni avute da Malini per la sostituzione dei blocchi a mano sono apparse infondate: «Le tracce del passato lasciano il posto a progetti banali, di nessun pregio e realizzati da imprese non specializzate - sottolinea il rappresentante del comitato -. Se questo trend non si ferma, Pesaro sarà presto a lutto quanto a cultura e identità storica. 


Gli altri rischi
«Pensiamo al complesso della Misericordia, all’ex manicomio San Benedetto, a tutti i lavori annunciati con tanto di cartelli e totem. Le altre città d’arte, quelle che hanno la consapevolezza del loro passato, preservano e valorizzano, affidando a imprese specializzate lavori che non distruggono, ma restaurano». Malini fa presente che «a Venezia nessuno si sognerebbe di passare con un escavatore sul disegno pavimentale geometrico di piazza San Marco e i blocchi incrinati diventano oggetto di restauro. 


Il rammarico
«Quando ho parlato con il direttore dei lavori - conclude Malini - mi ripeteva di non avere ricevuto alcuna disposizione in proposito. Poi, contattato invece il Comune, sono stato rassicurato del contrario: i blocchi dovevano essere rimossi manualmente. Tant’è vero che l’architetto si è precipitato sul posto. Purtroppo i lavori che si eseguono adesso, a parte quelli di privati sensibili, sono approssimativi, invasivi e non rispettosi della storia». 

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