Parcheggio di Porta Cappuccina, esposto della proprietà alla Corte dei conti: citati in 12 tra assessori e dirigenti

Parcheggio di Porta Cappuccina, esposto della proprietà alla Corte dei conti: citati in 12 tra assessori e dirigenti
Parcheggio di Porta Cappuccina, esposto della proprietà alla Corte dei conti: citati in 12 tra assessori e dirigenti
di Thomas Delbianco
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Aprile 2022, 07:50

PESARO - La battaglia legale sul parcheggio della stazione si inasprisce ancora di più. La società Porta Cappuccina ha depositato lunedì un esposto alla Corte dei Conti, «nel quale abbiamo rilevato e contestato tutti i comportamenti che riteniamo illegittimi da parte della Pubblica Amministrazione nella gestione del parcheggio - riferisce il legale di Porta Cappuccina, l’avvocato Matteo Gori -

un esposto verso funzionari e amministratori coinvolti nel progetto (12 rappresentanti della pubblica Amministrazione vengono citati nell’esposto, tra esponenti dell’esecutivo e dell’apparato dirigenziale, ndr), che hanno firmato i documenti. Nel frattempo, la prossima settimana ci sarà la scadenza del termine per il Tar, la causa è stata riassunta e proseguirà».

La novità

Novità anche per l’area di sosta, parzialmente chiusa all’accesso degli utenti da quasi un mese. «Sul parcheggio abbiamo rilevato che il Comune ha costruito un pezzo di ciclabile sopra la nostra proprietà e l’uscita della stazione porta direttamente alla nostra proprietà - continua l’avvocato Gori - Stiamo facendo verifiche perchè chiuderemo anche l’ingresso sul lato stazione. Oltre alla pista ciclabile che passa sopra una parte della nostra proprietà». Nel faldone inviato ad Ancona, sono stati allegati oltre 20 documenti legati all’annosa vicenda del parcheggio, tra convenzioni, perizie, diffide, articoli di giornale, ricorsi, interrogazioni, determine, delibere e altre tipologie di atti. «Non è dato sapere se la risorse finanziarie accantonate per l’acquisto del Parcheggio siano già state utilizzate dal Comune - si legge nel testo dell’esposto - o in caso contrario, se siano disponibili per ulteriori investimenti, ancor’oggi non noti ai cittadini pesaresi. Da una attenta lettura della delibera, la giunta comunale non fa alcuna menzione dell’eventuale destinazione delle somme già in precedenza accantonate per l’acquisto dell’area di Porta Cappuccina, in palese violazione dei principi menzionati. Nel caso che interessa è del tutto evidente e documentale come, in una prima fase, l’amministrazione comunale abbia inteso procedere all’acquisizione mediante un contratto di compravendita, mentre, in un secondo momento, in maniera arbitraria e del tutto discrezionale, abbiamo mutato le proprie intenzioni per ragioni meramente di opportunità non di natura pubblica a discapito degli interessi e dell’affidamento dei cittadini che ormai da vent’anni vivono nella totale incertezza circa le sorti del parcheggio». 
Le richieste
Nell’esposto, la società Porta Cappuccina, chiede alla Corte dei Conti «se sia o meno configurabile, a carico del Comune di Pesaro (con il riferimento ai funzionari e amministratori interessati alla questione, ndr), un’eventuale responsabilità amministrativa per aver tenuto una condotta consapevolmente incompatibile con il pubblico interesse, in spregio ai più generali criteri legali e giuridici informatori dell’avere pubblico, cagionando un danno erariale consistito di fatto nel non aver disposto nulla in merito alla cifra di 515 mila euro accantonata con la deliberazione 133 del 14 luglio 2020». I privati chiedono inoltre alla Corte dei Conti di accertare «se e come il Comune di Pesaro abbia utilizzato tale risorse economiche destinate per l’acquisto dell’area di proprietà della società Porta Cappuccina. Valutare anche la congruità degli investimenti eventualmente effettuati in ordine ai principi di buona amministrazione, ex articolo 97 della costituzione, e di quelli programmati in relazione all’avviata procedura di asservimento dell’area in questione. E valutare l’eventuale danno a carico dell’erario alla luce della condotta del Comune di Pesaro, in punto alla mancata registrazione del contratto di comodato con la società Porta Cappuccina e in ordine all’occupazione sine titulo dell’aera oggetto dell’esposto, valutando se la stessa è contraria all’interesse delle collettività e ai fini istituzionali e l’eventuale danno a carico dell’erario». Infine, «valutare l’eventuale danno a carico dell’erario per tutti i procedimenti pendenti che vedono coinvolto il Comune di Pesaro, a causa della propria condotta contra ius, che sosterrà indebiti costi di indennizzo conseguenti all’esecuzione di una delibera illecita e viziata».
Biagiotti interroga
Ieri è stata presentata anche un’interrogazione sulla questione Porta Cappucina da parte del consigliere della Lega Roberto Biagiotti, legata anche in questo caso all’eventuale danno economico che il Comune andrebbe incontro nel caso in cui il Tar si esprimesse a favore dei privati, come viene sottolineato nel documento comunale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA