Pesaro, da Pantano al Sei Nazioni:
Lucia Gai è la migliore in Scozia

Pesaro, da Pantano al Sei Nazioni: Lucia Gai è la migliore in Scozia
di Gianluca Murgia
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Mercoledì 6 Febbraio 2019, 11:10
PESARO - Dalle colline pesaresi alle Highlands scozzesi. Lucia Gai, professione pilone destro, è il Martin Castrogiovanni della Nazionale italiana di rugby femminile. Una pesarese in prima linea nella storica vittoria delle azzurre a Glasgow nel Sei Nazioni. Non solo: la ragazza di Pantano, che da bambina abbinava l’amore per l’ovale nelle Mustang al pattinaggio artistico, è stata inserita tra le top 15 della prima giornata e può essere considerata la migliore di sempre nel suo ruolo in Italia. Oggi è un punto di forza della pluriscudettata Valsugana Padova.
Lucia, per i profani del rugby, può spiegare cosa vuol dire essere “pilone destro”?
«Durante le fasi di conquista, in mischia, faccio parte della prima linea a destra: 8 giocatori contro altri 8. Lavoro dove c’è contatto. Diciamo che vivo momenti un po’ faticosi».
  
Cosa si prova a vincere 28-7 nel Sei Nazioni in Scozia?
«Era uno dei nostro obiettivi. Ha un valore maggiore perché era la prima partita del torneo e questo ci alza il morale. Le avevamo battute anche in un test match, a novembre, e le abbiamo ritrovate ancora più forti. Ma abbiamo vinto con un punto di bonus offensivo buono per la classifica».
La pizza in panchina, con voi in campo, i tifosi scozzesi non l’hanno mangiata come invece accaduto, a mo’ di presa giro, nel Sei Nazioni maschile...
«No, anzi. I tifosi scozzesi hanno solo fatto un gran tifo per la loro squadra. E c’era anche qualche italiano sugli spalti».
Aspettative, ora?
«La prossima battaglia sarà sabato sera a Lecce contro il Galles. Alla nostra portata ma sempre complicata. L’anno scorso li abbiamo battuti al Millennium di Cardiff: vogliamo ripeterci».
Prima volta nel Sei Nazioni nel 2010. È cambiato molto, da allora, il movimento rugbistico femminile?
«Io ho iniziato quando è arrivato l’allenatore attuale, Andrea Di Giandomenico. In 10 anni siamo cresciute tanto, tecnicamente e tatticamente. Ci alleniamo di più ed è migliorata la mentalità di squadra, compresa la mia. Il movimento sta crescendo ma ci vuole tempo».
Lucia Gai tra le migliori 15 giocatrici della prima giornata del Sei Nazioni: risultato storico per Pesaro.
«Nella top 15 ci sono altre italiane, tra cui la più brava, Manuela Sillari. Però, per Pesaro, è un bel risultato».
Dicono che può essere considerata il miglior pilone destro italiano di tutti i tempi.
«Non lo so. I tempi cambiano, magari il mio successore sarà più forte. Ma l’obiettivo è sempre quello: migliorarsi»
Pesarese di Pantano ma l’accento ha ormai colorazioni venete visto che da 10 anni vive a Padova.
«Ma come torno a casa, dopo due giorni, lo riprendo - ride - Sono nata e cresciuta a Pantano. Mio fratello corre al Palio».
La sua famiglia è di rugbisti.
«Mio padre ha giocato fino al limite di età consentito e poi ha allenato. Anche mia madre ha giocato... e pensare che prima faceva danza classica. Mio fratello gioca ancora, a Jesi. Ma né io né mio fratello siamo stati obbligati al rugby. Da bambini abbiamo sempre praticato anche altri sport».
Tanti sacrifici per arrivare in alto. Anche perché il rugby femminile non consente guadagni da professionista.
«Ci si allena due volte al giorno ma tutte abbiamo un lavoro, io faccio la cameriera. Anche nella stagione in cui ho giocato in Francia al Rennes, uno dei campionati più competitivi, lavoravo»
Però si è laureata in Scienze motorie all’Università di Padova con tesi sul rugby.
«Ma una volta smesso di giocare vorrei provare a frequentare una scuola di cucina».
Sogni e ringraziamenti?
«Sogni: andare ai Mondiali in Nuova Zelanda nel 2021 e vincere il Sei Nazioni. E poi essere la woman of the match e segnare una meta: in Nazionale non ci sono mai riuscita e per questo le compagne mi prendono in giro. Il ringraziamento, però, va a tutte loro: mi aiutano a far diventare ogni difficoltà più facile».
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