PESARO Un progetto partecipato per salvare le palme che si trovano a Pesaro. Promotrice dell’iniziativa è la paesaggista Olga Moskvina.
La Paysandisia
L’obiettivo è quello di fermare in città l’epidemia degli esemplari arborei causata dalla Paysandisia archon, la farfalla di origine sudamericana, attraverso il «censimento di piante infestate, azioni per sensibilizzare la popolazione, organizzare incontri di formazione per il riconoscimento dei sintomi, elaborare il piano di interventi, aiutare i privati in difficoltà e monitorare la situazione per due anni successivi». Moskvina sottolinea che le palme «svolgono il loro compito ecologico (producono ossigeno, assorbono CO2, danno cibo e casa agli uccelli, piccoli mammiferi e numerosi insetti) e non chiedono niente in cambio.
Neanche l’acqua. Con i cambiamenti climatici in atto sono sempre più importanti per il nostro paesaggio, perché sono belle e chiedono veramente poche cure». Ma la situazione si sta facendo difficile per queste piante a Pesaro: «Da due anni - incalza la paesaggista - “qualcuno” sta cercando di liberare Pesaro da tutte le palme a foglia larga. Le palme a grandi linee si dividono in palme a foglia larga o “a ventaglio”, e palme a foglia stretta.
Ecco, circa l’80% di palme a foglia larga nella nostra città sono malate, di cui la metà sono già morte e un’altra metà ha non più di 1-2 anni di aspettativa di vita.
Il contagio
Di conseguenza già dall’anno scorso, più della metà delle palme presenti in città erano infette. Tra due anni a Pesaro non ci saranno più le palme. A meno che tutta la città non inizi a risolvere il problema».
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