Omicidio Panzieri, Pierpaolo ha cenato con il killer poi è stato accoltellato: caccia all'uomo in tutta Italia

Omicidio Panzieri, Pierpaolo ha cenato con il killer poi è stato accoltellato: caccia all'uomo in tutta Italia
Omicidio Panzieri, Pierpaolo ha cenato con il killer poi è stato accoltellato: caccia all'uomo in tutta Italia
di Simonetta Marfoglia
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 16:47

PESARO - Ha aperto la porta al suo assassino: insieme hanno mangiato, bevuto e chiacchierato. Poi è successo qualcosa, qualcosa che ha portato il 27enne Pierpaolo Panzieri, a essere ucciso con almeno 13 coltellate o più. La maggior parte alla schiena, ma una anche vicino al mento e un’altra, probabilmente quella letale, che lo ha raggiunto al collo sotto l’orecchio tranciandogli la carotide.

Per quell’omicidio la polizia sta ora cercando un suo amico: un 30enne scappato con l’arma del delitto e il telefonino della vittima.

Ricerche estese in tutt’Italia. Dall’ora del delitto, avvenuto la sera di lunedì, a quella del ritrovamento dei corpo senza vita del 27enne, ieri mattina attorno alle 9, sono trascorse ore preziose di fuga. L’uomo si sarebbe allontanato in auto ma poi potrebbe averla abbandonata per proseguire in treno e distanziarsi il più possibile da Pesaro. 


Le ipotesi


Quanto al movente tuttora è un bel rebus: nella giornata di ieri gli inquirenti hanno scartato via via tutte le ipotesi plausibili in simili circostanze. Pierpaolo Panzieri era un ragazzo senza coni d’ombra, incensurato, gran lavoratore, con la passione della musica tanto da suonare più strumenti dalla tromba alla chitarra fino alla pianola. Era titolare della ditta di famiglia che si occupa di lavorazioni per l’edilizia, la “Taglio-cemento” e che divideva con il padre Pietro e il fratello Gianmarco. E’ stato quest’ultimo a trovare il corpo.

Lunedì sera gli aveva mandato un messaggio, poi ieri mattina non vedendolo arrivare in ditta aveva iniziato a telefonargli. Non ricevendo risposta si era recato direttamente a casa in via Gavelli 19, a pochi passi dal conservatorio Rossini, nel cuore del centro storico di Pesaro dove Pierpaolo si era trasferito da circa due settimane, all’inizio di febbraio, traslocando da Baia Flaminia. Un bilocale al piano rialzato di poche decine di metri quadrati suddiviso tra cucina-salotto, camera e bagno. Ed è nel bagno, nello spazio ristretto del mini appartamento che il 27enne giaceva supino in mezzo al sangue. Erano circa le 9: è stato chiamato il 118 ma non c’era più niente da fare. Il decesso, secondo i primi accertamenti medico-legali, potrebbe risalire attorno a mezzanotte o ancora prima.

Poi sono arrivati gli inquirenti: il sostituto procuratore Silvia Cecchi, gli agenti della squadra mobile con il dirigente Paolo Badioli, il questore Raffaele Clemente, gli uomini della scientifica di Pesaro e Ancona che si sono trovati di fronte a una scena del crimine molto complessa e piena di potenziali tracce da analizzare tanto che la salma del ragazzo è stata rimossa solo in serata dopo le 20, una volta compiuti tutti gli accertamenti. Stando a quanto si è potuto ricostruire lunedì sera il 27enne si era ritrovato con alcuni compagni per il rito del calcetto settimanale ma se n’era andato prima come se avesse un appuntamento.

Poteva succedere che la sera avesse lezioni di musica o che le impartisse. Nel frattempo aveva ricevuto anche una telefonata dalla mamma. Una volta tornato a casa ha preparato la cena: pasta al sugo. Poi ha fatto entrare il suo assassino. Hanno mangiato in mezzo al disordine di un appartamento ancora nel clou del trasloco. Hanno fumato sigarette come si evince dai mozziconi trovati e che verranno fatti analizzare per il Dna. Hanno bevuto birra ma gli ultimi bicchieri sono rimasti intonsi. Nessuno “skoll”. In quel momento è scoppiato l’alterco, un litigio non intercettato dai vicini di casa. 


La punta sottile


L’assassino ha preso un’arma da taglio, un coltello dalla punta sottile con cui ha infierito sull’amico. Pierapaolo Panzieri ha cercato di difendersi e reagire come dimostrano i segni ritrovati su dita e mani, poi ha cercato di rifugiarsi in bagno dove è stato raggiunto e ucciso da una serie di fendenti uno dietro l’altro, tra cui quello mortale al collo. A quel punto l’uomo è scappato rendendosi irreperibile. Il sospettato è un 30enne che gravita attorno a piazzale Lazzarini e che ultimamente alloggerebbe fuori casa. Anche per questo motivo ieri pomeriggio ci sono state una serie di perquisizioni.

L’uomo si sarebbe allontanato senza nemmeno cambiarsi i vestiti sporchi di sangue e portandosi dietro il coltello, probabilmente preso dalla cucina della vittima e il telefonino. Nè i vestiti nè l’arma del delitto sono stati ancora trovati; ieri mattina sono stati setacciati tutti i cestini dei rifiuti e scoperchiati i tombini. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco che hanno verificato se per caso l’assassino fosse passato per il tetto, gettando il coltello sui coppi.

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