San Domenico, l’iter si è sbloccato. Ora si può lavorare a progetto e appalto per la sede delle università

San Domenico, destinato a diventare la sede delle segreterie delle università che operano a Pesaro
San Domenico, destinato a diventare la sede delle segreterie delle università che operano a Pesaro
di Letizia Francesconi
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Giovedì 27 Gennaio 2022, 09:45

PESARO - La Fondazione Cassa di Risparmio Pesaro “sblocca” l’iter che consentirà di procedere con il percorso di recupero e riqualificazione del complesso edilizio del San Domenico. Il primo passo è compiuto. La Fondazione non è più proprietaria del complesso, dopo il passaggio di vendita al Comune nell’ottobre 2020 (e perfezionato la scorsa primavera) per la porzione su via Giordano Bruno, ma per una serie di accordi pregressi fra gli Enti, spettava alla Fondazione commissionare il progetto per la rigenerazione.

Può così finalmente partire l’iter che vede la Fondazione affidare la revisione del progetto iniziale del San Domenico all’architetto Guido Canali di Parma, nell’attesa dell’arrivo delle risorse milionarie che l’Amministrazione si è aggiudicata con il bando nazionale “Rigenerazione urbana 2021-2026”.


Fondazione e Comune
L’accelerata pare sia arrivata nell’ultimo incontro che si è tenuto alla sede della Fondazione in via Passeri fra il presidente Marco Martelli e l’Amministrazione comunale. Stiamo parlando di una partita attesa da vent’anni che porterà al recupero architettonico di un contenitore “ingabbiato”, che altrimenti rischia cedimenti e abbandono. L’iter: sciolto il nodo burocratico, l’obiettivo, che si è dato il vicesindaco e assessore alla Cultura, Daniele Vimini, vede il progetto definitivo di recupero per la nuova destinazione del San Domenico pronto entro la primavera per programmare poi la gara di appalto entro l’anno.

Un intervento da completare in due anni, con un orizzonte temporale ben scandito, per dare risposte agli Atenei Politecnica delle Marche e Carlo Bo di Urbino. Tutta la parte sopraelevata del complesso edilizio, sarà infatti destinata a ospitare corsi e segreteria della Politecnica della Marche, oltre a trasferire altri corsi di laurea che congiuntamente porteranno avanti le facoltà ingegneristiche ed economiche di Ancona e Urbino. Mercato coperto: il progetto da rimodulare quasi ex novo, dovrà tenere insieme spazi dell’Università, uffici comunali da trasferire e altri spazi pubblici al piano terra sul lato di via Giordano Bruno. Mercato coperto e nuove attività del food dovranno trovare posto al centro del complesso nel chiostro interno. 
Lo spazio
«L’indicazione è progettare uno spazio che sia anche luogo di aggregazione e non solo dove trovare tipicità e prodotti – entra nel merito l’assessore Vimini – non finalizzato solo al recupero strutturale dell’intero edificio ma che serva ad agganciare il ripopolamento e il rilancio anche di via Giordano Bruno. Un progetto in parte già esistente e che ora dovrà essere ripensato ad iniziare dal ruolo di collegamento che avrà la piazzetta». Da tempo ci si chiede o meglio se lo chiedono esercenti e associazioni di categoria, che cosa ne sarà delle attività all’interno del complesso nel mercato delle erbe. Il nuovo progetto riconferma la presenza degli attuali banchi di ambulanti ma strutturati, riordinati e con una diversa collocazione, funzionale alla vendita dei prodotti locali e al nuovo polo del cibo e delle tipicità, che sorgerà. Polo del food: nuove attività di consumo, piccola ristorazione e street food saranno riunite nel polo del food che si vuole portare nel loggiato che prima necessiterà però di un robusto intervento di messa in sicurezza. L’obiettivo resta ampliare e allargare gli spazi da dedicare alle attività di food anche nella piazzetta esterna. 
Il recupero
«Punto di forza del progetto di recupero – anticipa il vicesindaco – sarà la riscoperta del chiostro del San Domenico, dove oggi è posizionata una tettoia in ferro, ma tutta questa porzione centrale dovrà essere ripulita da coperture o degrado con l’idea che il mattino il chiostro possa ospitare dei banchi per la vendita di prodotti alimentari ma dal pomeriggio-sera, possa diventare uno spazio in pieno centro storico, dove ospitare eventi, come piccole esibizioni musicali o presentazioni di libri e conferenze».

L’ultima partita invece riguarderà la gestione futura del complesso, ma pare che l’Amministrazione abbia già le idee chiare. La strada da intraprendere vedrà un bando pubblico per la ricerca di un gestore unico degli spazi in cui sarà suddiviso il polo del food.

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