Ne bis in idem a Pesaro, va a processo per una trentina profumi rubati ma l'accusa cade e gli restituiscono tutto

Ne bis in idem a Pesaro, va a processo per una trentina profumi rubati ma l'accusa cade e gli restituiscono tutto
Ne bis in idem a Pesaro, va a processo per una trentina profumi rubati ma l'accusa cade e gli restituiscono tutto
di Luigi Benelli
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Martedì 24 Gennaio 2023, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 19:54

PESARO -  Uno dei rarissimi casi di Ne bis in idem, ovvero non poter essere condannati due volte per il medesimo reato. E’ successo ieri davanti al giudice monocratico del tribunale di Pesaro. L’accusa nei confronti di un 48enne rumeno era di ricettazione. In pratica gli investigatori erano andati a casa di un suo amico per una perquisizione.  


La storia


Il sospetto era che l’amico potesse aver rubato dei contanti al suo datore di lavoro. Ma dopo aver cercato in tutta casa, niente contanti. Ma al contrario sono stati trovate varie confezioni di profumi di marca. Almeno una trentina delle più note griffe e tutti senza etichetta o placca antitaccheggio per il valore di svariate centinaia di euro. Erano tutte del 48enne rumeno. Così gli inquirenti hanno fatto partire la denuncia per ricettazione.

E si andati a processo. L’avvocato Massimiliano Baietta del foro di Rimini ha preso in mano il caso e ha scoperto che l’uomo era già stato condannato per il furto dei profumi in Svizzera. Ed era stato espulso. Cosa presa alla lettera dal rumeno che si è però portato con sè i profumi. Gli atti confermavano che si trattava di quelle confezioni.

Mancava la denuncia in Italia

Così in sede dibattimentale ha fatto rilevare che mancava la denuncia di furto in territorio italiano e nessuno stava avanzando pretese su quelle confezioni. Ieri è arrivata quindi la sentenza di assoluzione. Non si può condannare due volte per lo stesso reato, prassi che ha validità internazionale. Non solo, il giudice ha stabilito il dissequestro dei profumi, così il rumeno potrà riaverli, nonostante siano di provenienza illecita. Un caso davvero curioso. Soddisfatto l’avvocato Baietta che ha prodotto le traduzioni dal tedesco della sentenza e degli atti del tribunale svizzero per far assolvere il suo assistito.

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