Pesaro, «Mio figlio disabile dimenticato
sul bus chiuso e bloccato dai fermi»

Pesaro, «Mio figlio disabile dimenticato sul bus chiuso e bloccato dai fermi»
di Luigi Benelli
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Mercoledì 5 Giugno 2019, 02:45 - Ultimo aggiornamento: 12:43
PESARO - Dimenticato sul bus, legato ai fermi con la sua carrozzina. È la disavventura che ha dovuto subire Christian, un ragazzo pesarese di 21 anni che frequenta la facolta di Scienze della Comunicazione a Urbino. Non è la prima volta che accadono spiacevoli episodi, ma quello dell’altro giorno, ha superato l’immaginazione.
A raccontarlo è il padre, Livio Nespoli: «Lunedì mio figlio è andato ad Urbino per un esame universitario – spiega – l’esame è finito alle 10, ma l’autobus attrezzato per disabili è risultato disponibile solo alle 12,45. E già qui ci sarebbe molto da dire dato che Adriabus ha già dichiarato attraverso i giornali in risposta ad una nostra precedente critica che tutti i loro mezzi sono di ultima generazione e attrezzati». Ma questo non è l’unico nodo della questione. «Una volta arrivati a Pesaro alle 13,45 - prosegue il padre - l’autista ha fatto scendere tutti, poi è sceso a sua volta e ha chiuso l’autobus per andare via.
  
Non si è ricordato che Christian era a bordo e soprattutto ha dimenticato di slegare dai fermi le farlo scendere dall’autobus. Mio figlio per fortuna aveva il cellulare carico a portata e ha subito telefonato a mia moglie che gli stava andando incontro e si trovava già vicina alla stazione. Christian ha descritto l’autista e mia moglie lo ha riconosciuto e trovato al bar. Il conducente si è profuso in mille scuse, poi mio figlio è stato fatto finalmente scendere. Che dire? Ci sarebbe da stendere un velo pietoso. Un episodio incommentabile». E purtroppo non è l’unico perché ogni volta che Christian deve affrontare un viaggio deve farlo presente ad Adriabus. «A Urbino - ricorda ancora il padre - una volta, sotto il diluvio, nonostante la richiesta, non si era presentato il bus attrezzato per il trasporto disabili. E l’autista disse a mio figlio che non poteva farci nulla ed è partito. Siamo andati su tutte le furie, minacciato denunce per abbandono di disabile, finchè non si è trovato un nuovo bus». Livio Nespoli non ha dubbi: serve un cambio di passo su questo fronte: «Gli episodi sono tanti, a volte conviene buttarla sul ridere, ma servirebbe un più senso civico rispetto al tema della disabilità. Non dobbiamo chiedere scusa se ci sono barriere architettoniche o mezzi che non sono idonei a trasportare disabili». Livio ha raccontato la vicissitudine di suo figlio sfogandosi in un post su Facebook. La solidarietà è stata tanta.
La solidarietà
Uno dei commenti: «Caro Livio resto sconcertato, dovresti chiamare i responsabili e fare un esposto. L’autista è un irresponsabile. Basta indifferenza». E ancora: «Non ci sono veramente parole». Altri hanno gridato allo scandalo, altri gli hanno mandano un abbraccio virtuale. Per Livio e Christian solidarità corale.
Dopo l’ultimo bando sono stati acquistati bus di ultima generazione, con telecamere e attrezzature per disabili. Ma le corse sono tante, ben 11 milioni di km all’anno. Secondo il bilancio sociale Ami 2017, l’ultimo disponibile in rete, sono 74 i mezzi dotati di pedane per trasporto disabili, il 37% del parco circolante. In questi ultimi mesi però sono stati acquisiti nuovi bus, tutti funzionali al trasporto per disabili.
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