La corsa al mattone post Covid frenata dal tappo delle pratiche lumaca

La corsa al mattone post Covid frenata dal tappo delle pratiche lumaca
La corsa al mattone post Covid frenata dal tappo delle pratiche lumaca
di Luigi Benelli
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Martedì 21 Settembre 2021, 07:25

PESARO - Il mercato immobiliare del post Covid. Le compravendite aumentano, ma ci sono due nodi da sciogliere: la velocità delle pratiche per poter accedere ai bonus delle ristrutturazioni e il tema del caro materie prime che sta influendo sui prezzi finali. La Fiaip Pesaro Urbino, Federazione italiana agenti immobiliari professionali, ha pubblicato il nuovo osservatorio curato da Università di Urbino e Politecnica delle Marche.

E dal report emergono dati interessanti per inquadrare quanto sta avvenendo nel nostro territorio, che si può dividere in un mercato di pre e post Covidi. 

Le cifre

Le compravendite di immobili negli ultimi tempi sono state 2207 in provincia di Pesaro e 886 nel capoluogo.

Il dato pre Covid parla di 3075 vendite in provincia e 982 a Pesaro. Su Pesaro il mercato torna dunque ad allinearsi ai livelli precedenti mentre nel resto del territorio l’andamento è più rallentato. Il presidente Fiaip Tommaso Andreani spiega i numeri: «Sono dati che tengono conto del periodo del lockdown del 2020, ma già in questi primi mesi notiamo un nuovo mercato. C’è molto entusiasmo, il costo del denaro è basso e dunque l’apertura di mutui agevola le trattative. I prezzi sono stabili, in leggero calo su quanto è già sul mercato (3,2% a Pesaro e – 1,8% in provincia). Notiamo una corsa per accedere al bonus 110%, ristrutturazioni e bonus facciate ma questo comporta due conseguenze. Il nuovo o il ristrutturato segue l’aumento dei costi delle materie prime e anche il prezzo di vendita finale ne è condizionato. Speriamo questo rimbalzo sia solo momentaneo, ma serve anche una certezza rispetto alla data di chiusura dei bonus, che diventa determinante». E poi c’è l’intasamento degli uffici. «La mole di pratiche e gli uffici di enti pubblici ancora in smart working hanno rallentato il sistema e anche noi notiamo che tutto rischia di ingolfarsi per il settore delle compravendite». Una questione dunque prettamente legata alla burocrazia. «Altrimenti - prosegue Andreani - per quello che concerne gli immobili disponibili sul mercato i tempi di trattativa si sono ridotti». 

I tempi

Secondo il report se nel 2019 ci volevano 8 mesi per la trattativa, ora il dato è arrivato a 5 e lo sconto medio richiesto è del 14%. La fiducia nel comparto è alto tanto che il 54% degli agenti immobiliari pensa che le compravendite aumenteranno nel 2022. «L’acquisto della prima casa – continua Andreani – è legato alle famiglie e al cambio di abitazione alla ricerca di balconi e giardini, tendenza dettata dal covid e dai lockdown. Ma notiamo che il mercato chiede i bilocali, soprattutto come forma di investimento. Non abbiamo più offerta in questo momento: privati e imprenditori li comprano e li mettono a reddito in affitto. È un altro chiaro segnale che il mercato immobiliare è una forma di investimento su cui puntare». Secondo il report il 10% delle abitazioni acquistate arriva da parte di imprese, il 90% da privati. Il 16% degli acquirenti ha tra i 20 e 30 anni, il 47% tra i 31 e i 40 anni e il 37% oltre i 41 anni. Il 62% dei casi vede nuclei di 3 o più componenti familiari acquistare casa mentre il 69% ricorre al mutuo, dato aumentato del 10% rispetto all’anno precedente.

Le fasce

Per il 76% l’acquisto è una prima casa, per il 21% seconda e il 70% chiede un trilocale. Quanto ai prezzi il 32% delle vendite è tra i 150 e i 200 mila euro, mentre il 22% tra i 200 e i 250 mila. Arriva al 7% il dato degli immobili venduti sopra i 400 mila euro ben oltre il 2% dello scorso anno. Cresce la richiesta per gli immobili nel semicentro (48%) sempre legata alla necessità di avere spazi aperti. 

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