Pesaro, medico a processo per doping
forfait Magnini: «Forniremo altre prove»

Pesaro, medico a processo per doping forfait Magnini: «Forniremo altre prove»
di Camilla Cataldo
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Martedì 30 Aprile 2019, 10:09
PESARO - Filippo Magnini ha presentato, tramite i legali, una giustificazione per la sua assenza in aula a Pesaro, ieri mattina, da teste in difesa del medico degli sportivi Guido Porcellini nel processo in cui il dottore è imputato per doping. Re Magno ha garantito la sua presenza il 5 giugno alle ore 9.
Nell’occasione saranno ascoltati anche Maurizio Radi, Emiliano Farnetani e la consulente Simona Cataldo. La difesa ha rinunciato al nuotatore Michele Santucci. Lo stesso giorno sono previste anche discussione e sentenza. E in quella occasione l’avvocato Francesco Manetti giocherà l’asso nella manica: lo sponsor dei famosi funghi. «Forniremo prove documentali», anticipa il legale.
  
Ieri, davanti al giudice De Luca, è stata ascoltata la consulente del Pm Cigliola, Donata Favretto dell’Università di Padova, medicina legale e tossicologia. Dopo una lunga esposizione, ha concluso che le sostanze non identificate sono comunque dannose per la salute perché non se ne conoscono gli effetti. L’imputato è stato esaminato e ha risposto in modo tecnico e dettagliato. «Sono stato responsabile doping dei vari Magnini, Pellegrini, Fognini… Le sostanze sono diverse a seconda delle categorie sportive e del momento in cui si assumono, prima, durante o dopo la gara – ha spiegato Porcellini -. Non ho mai usato farmaci per atleti professionisti e nessuno è mai stato trovato positivo». Magnini usava i funghi.
«La Avd Reform è diventata sua sponsor e parliamo di micoterapia, l’abbiamo usata per il recupero immunitario. Nessun linguaggio in codice però si usano diverse tonalità. Ad esempio la responsabile del Toniolo di Bologna mi chiede: “Quando mi prepari le bombe?”». Cosa sono “I funghi che non sono funghi di cui parla Santucci”? Chiede la pm. «Intendeva una parte del micelio del fungo». Porcellini ha proseguito: «A De Grandis ho chiesto di comprare fiale di Hygetropin per i miei problemi articolari. La consulente Favretto ha rivelato che dentro non c’era nulla ma a me aiutarono». La pm aveva sentito in precedenza alcuni pazienti di Porcellini ai quali il dottore aveva somministrato efedrina. «Non ho parlato loro di Bpco perché il mio mestiere è rendere comprensibile la situazione al paziente. E insieme avevo prescritto altre ricette perché non erano solo sovrappeso, avevano problemi respiratori», aggiunge Porcellini, accusato di detenzione e commercializzazione di farmaci dopanti, ricettazione di farmaci illeciti, commercializzazione di farmaci scaduti e dannosi per la salute e falsa attestazione in certificazione.
«All’epoca proponemmo un patteggiamento sulla ricettazione, perché di fatto i farmaci non potevano essere introdotti in Italia, e la derubricazione delle altre accuse», dichiara Manetti, che aggiunge: «E’ una montagna che partorisce un topolino. Ci sono 64mila telefonate intercettate, vuol dire che questo processo va avanti perché qualcuno deve pagare le spese processuali». E la truffa delle etichette? «Le persone comprano su internet qualcosa perché la vogliono. Per se stesso per un periodo il mio cliente è stato superficiale, ma per pazienti e atleti professionisti no», chiude l’avvocato.
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