Pesaro, massacrato di botte al parco, ma l'imputato per tentato omicidio ormai è all'estero

Pesaro, massacrato di botte al parco, ma l'imputato per tentato omicidio ormai è all'estero
Pesaro, massacrato di botte al parco, ma l'imputato per tentato omicidio ormai è all'estero
di Luigi Benelli
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Venerdì 26 Giugno 2020, 10:23

PESARO - Giovane gambiano massacrato di botte al parco Miralfiore, si apre il processo. Imputato un ragazzo romeno di 21 anni. L’accusa è pesante: tentato omicidio. Il fatto era accaduto i primi di settembre del 2018. Intorno alle 9 di mattina un passante aveva trovato un gambiano di 19 anni a torso nudo, in un lago di sangue su una panchina.

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Si trattava di un richiedente asilo. Le sue condizioni erano pessime, sembrava come in coma dopo una notte al freddo e alla pioggia. Portato in ospedale ha avuto una reazione tale che ci vollero dei sedativi per fermarlo. La diagnosi fu terribile: ossa della testa fracassate, vertebre incrinate, uno stato di ipotermia. Il giovane era stato picchiato a sangue, così i carabinieri aprirono subito un indagine e individuarono un 21enne romeno. Oggi il giovane è espatriato e si trova in Romania.
 
Secondo l’accusa avrebbe approfittato di una minorata difesa del gambiano mentre era steso in una panchina, forse ubriaco. Avrebbe preso un oggetto contundente e riempito di botte il rivale. Aveva una frattura alla base del cranio. In ospedale la prognosi fu di 40 giorni, ma i danni sono permanenti: perdita in parte dell’udito e della vista. Per l’accusa tutti atti idonei a uccidere, visto che solo i soccorsi avrebbero scongiurato la morte del gambiano. Il tutto aggravato dai futili motivi. Ieri in tribunale a Pesaro si è aperta l’udienza. L’avvocato Marco Vitali difende l’imputato: «Per noi ci dovrebbero essere altri sospettati, visto che la parte offesa aveva accusato una testimone di averlo derubato di tre telefoni cellulari. Il mio assistito aveva ammesso solo di averci litigato e di non di averlo colpito». Dall’altra parte l’avvocato Massimiliano Tonucci che è il difensore della vittima, costituitasi parte civile. «Siamo in un contesto di povertà, degrado e forse droghe. C’era stata una discussione nel pomeriggio perché una ragazza sudamericana aveva accusato il romeno di aver rubato uno zaino al gambiano. All’interno ci sarebbero stati dei cellulari. Qui le versioni sono opposte. Ma il violento alterco sarebbe proseguito». L’accusa parla dell’aggressione da parte del romeno di notte. «L’imputato ha detto invece che sarebbe stato impaurito dal gambiano tanto che per difendersi avrebbe preso un ramo e colpito il rivale lasciandolo poi su una panchina. Qui non si tratta solo di un colpo, ma di svariate percosse con un oggetto contundente tale da provocare danni permanenti. Il processo si è aggiornato all’8 ottobre per l’escussione dei testi e la discussione».

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