PESARO - Una storia d’amore che finisce in una spirale di violenza non solo fisica ma anche psicologica. Con la ragazzina che sarebbe stata manipolata dal compagno. Tanto da difenderlo, anche in sede di udienza preliminare. Una testimonianza che le è tornata indietro come un boomerang.
Tirare le fila
Proviamo a fare ordine e a tirare le fila di una storia molto complessa.
Periodo difficile
Un periodo difficile, costellato anche di ammanchi da casa. Oggetti preziosi spariti così come si volatilizzava la paghetta data alla figlia. Una escalation culminata nel giorno in cui la ragazzina è tornata a casa con una maglia insanguinata e una contusione in testa. Ha provato a giustificarsi: «Sono caduta sul bidet». Ma quella ferita da corpo contundente parlava di altro, così come i punti di sutura applicati in pronto soccorso. «Ho sbattuto contro lo spigolo del forno». Tentati vani finchè le indagini hanno fatto il loro corso fino all’apertura di un fascicolo nei confronti dell’egiziano accusato di lesioni e violenza sessuale. Lui intanto era finito nei guai per una storia di droga, motivo per cui è stato arrestato e ha scontato un lungo periodo in carcere. Ieri in tribunale l’ultimo atto dell’udienza preliminare in cui il giudice ha rinviato a giudizio il ragazzo di fronte al collegio di Pesaro. Ma c’è stato anche un colpo di scena. Perché una volta uscito dal carcere, lei è sparita per qualche giorno da casa. Interrogata dal giudice ieri ha ritrattato le accuse, tanto che il Gup ha sospeso l’esame della ragazza ipotizzando la commissione del reato di falsa testimonianza con un possibile processo a carico della ragazza stessa.
Grande dolore
Il dibattimento inizierà a gennaio, i genitori si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Christian Guidi. Per loro un grande dolore, provati da questa situazione delicata. Il giovane non può essere espulso perché ha avviato le pratiche per il permesso di soggiorno come rifugiato. E ha anche un altro procedimento in corso, questa volta per minacce.