PESARO - Storie di donne nel mirino: quella di un figlio che maltratta la madre e che viene condannato. E quella di un ex che strattona la moglie per cancellare un video di un litigio sul cellulare. Ieri mattina rito abbreviato per un ragazzo pesarese di 23 anni accusato di insultare e maltrattare continuamente la madre affetta da una malattia degenerativa. Un atteggiamento iracondo nei suoi confronti, bersagliata con frasi come: «Muori, non ci sei solo te. Stavo meglio quando non c’eri».
Ma alle frasi sarebbero seguiti i fatti, perché il giovane viene accusato anche di aver aggredito fisicamente la madre in più occasioni spingendola contro muri e mobili. Poi l’avrebbe afferrata per il collo e i capelli, scaraventandola sul letto. Una escalation culminata con spinte fino a farla cadere a terra per poi infierire con violenti calci. La donna è finita in pronto soccorso dove le è stata diagnosticata la frattura di una costola e una contusione cranica, ferite giudicate guaribili in 20 giorni. Una situazione che avrebbe generato “penose condizioni di vita” per la donna e un clima molto pesante in famiglia. Motivi per cui il 23enne è finito a giudizio anche per l’accusa di maltrattamenti e lesioni aggravate dal fatto che la madre, vista la difficoltà a deambulare, non poteva avere una adeguata difesa. Difeso dall’avvocatessa Simona Agostini, il 23enne pesarese è stato condannato a 1 anno di reclusione con pena sospesa. Il giovane si è detto dispiaciuto per quanto accaduto.
Il litigio
Altro caso quello scatenato da un litigio ripreso con il cellulare.