«Muori, non ci sei solo tu»: condannato il figlio che si accanisce sulla madre disabile

Pesaro, «Muori, non ci sei solo tu»: condannato il figlio che si accanisce sulla madre disabile
Pesaro, «Muori, non ci sei solo tu»: condannato il figlio che si accanisce sulla madre disabile
di Luigi Benelli
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Giovedì 6 Maggio 2021, 02:15

PESARO - Storie di donne nel mirino: quella di un figlio che maltratta la madre e che viene condannato. E quella di un ex che strattona la moglie per cancellare un video di un litigio sul cellulare. Ieri mattina rito abbreviato per un ragazzo pesarese di 23 anni accusato di insultare e maltrattare continuamente la madre affetta da una malattia degenerativa. Un atteggiamento iracondo nei suoi confronti, bersagliata con frasi come: «Muori, non ci sei solo te. Stavo meglio quando non c’eri».

Ma alle frasi sarebbero seguiti i fatti, perché il giovane viene accusato anche di aver aggredito fisicamente la madre in più occasioni spingendola contro muri e mobili. Poi l’avrebbe afferrata per il collo e i capelli, scaraventandola sul letto. Una escalation culminata con spinte fino a farla cadere a terra per poi infierire con violenti calci. La donna è finita in pronto soccorso dove le è stata diagnosticata la frattura di una costola e una contusione cranica, ferite giudicate guaribili in 20 giorni. Una situazione che avrebbe generato “penose condizioni di vita” per la donna e un clima molto pesante in famiglia. Motivi per cui il 23enne è finito a giudizio anche per l’accusa di maltrattamenti e lesioni aggravate dal fatto che la madre, vista la difficoltà a deambulare, non poteva avere una adeguata difesa. Difeso dall’avvocatessa Simona Agostini, il 23enne pesarese è stato condannato a 1 anno di reclusione con pena sospesa. Il giovane si è detto dispiaciuto per quanto accaduto. 
Il litigio
Altro caso quello scatenato da un litigio ripreso con il cellulare.

E due fratelli finiscono davanti al giudice per le indagini preliminari con l’accusa di rapina e lesioni nei confronti della ex coniuge. Il fatto risale al periodo del lockdown 2020, quando dopo l’ennesimo litigio con l’ex, la donna, 45 anni, ha deciso di riprendere tutto con il cellulare. La cosa non è piaciuta affatto all’ex marito che assieme al fratello avrebbero bloccato la signora, l’avrebbero strattonata strappandole di dosso il telefonino per poi lanciarlo al fratello. L’obiettivo era cancellare il video della litigata. Così si sono passati il cellulare e uno di loro si è chiuso in garage dove avrebbe potuto cancellare il video. La donna ha tentato di riprenderlo ma sarebbe stata afferrata per i capelli e per la sciarpa che indossava e trascinata via dall’ingresso del garage. I reati contestati sono la rapina, per aver sottratto con la violenza il cellulare e per l’ex marito le lesioni aggravate dalla relazione intercorsa tra i due. La donna è stata giudicata guaribile in 8 giorni per il trauma cervicale ricevuto dallo strattonamento con la sciarpa e per il dolore provocato al cuoio capelluto. I medici hanno anche parlato di uno stato d’ansia nella signora, dovuto all’aggressione ricevuta. La donna si è costituita parte civile. I due fratelli sono stati rinviati a giudizio e saranno giudicati con rito abbreviato.

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