Infiltrazioni mafiose nel territorio, il rapporto Dia: «Spaccio e riciclaggio, ma occhio all'affare Covid»

Infiltrazioni mafiose nel territorio, il rapporto Dia: «Spaccio e riciclaggio, ma occhio all'affare Covid»
Infiltrazioni mafiose nel territorio, il rapporto Dia: «Spaccio e riciclaggio, ma occhio all'affare Covid»
di Luigi Benelli
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Venerdì 24 Settembre 2021, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 14:58

PESARO - Relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia, anche a Pesaro le ramificazioni delle cosche. Il rapporto del secondo semestre 2020 evidenzia che «nella provincia di Pesaro-Urbino sono state rilevate presenze di soggetti collegati alle cosche calabresi e campane, nonché dediti in particolare allo spaccio di stupefacenti e al riciclaggio». L’attenzione viene rivolta a un episodio particolare.

Il caso specifico

«In riferimento alle implicazioni connesse con l’epidemia da Covid 19 risulta di interesse l’operazione del 19 novembre 2020 svolta dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Rimini che nell’ambito dell’indagine “Dirty cleaning” ha eseguito il sequestro preventivo di una ditta di Pesaro operante nel settore delle sanificazioni tra Rimini e Pesaro indagando 4 persone per intestazione fittizia di beni.

Dalle indagini è emerso che un pregiudicato napoletano, Salvatore Emolo, (sorvegliato speciale dal 2016 e fratello di un soggetto affiliato al clan Di Lauro) dopo il primo lockdown e utilizzando una società intestata a un prestanome con sede a Pesaro aveva organizzato un redditizio giro di affari grazie alle sanificazioni di esercizi commerciali». Nelle intercettazioni era emersa la frase chiave. «Sto coronavirus è stato proprio un buon affare». 

Immobili e quote societarie

La Dia cita anche i sequestri ad affiliati alle cosche. Il 19 aprile 2020, tra le province di Rimini, Pesaro e Napoli, era stato eseguito il sequestro dei beni immobili, quote societarie e rapporti di conto corrente per circa 1 milione di euro, ad un soggetto originario di Giugliano in Campania, ritenuto elemento di spicco del clan Mallardo. Con l’operazione “Darknet” la Finanza ha attestato l’esistenza di una compagine criminale guidata da personaggi legati ai napoletani Sarno e Casalesi con base a Cattolica ma con ramificazioni e interessi anche nella provincia di Pesaro. 

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