Marco non ce l'ha fatta, si è spento a 57 anni: la città in lutto per il guerriero "Felix"

Marco non ce l'ha fatta, si è spento a 57 anni: la città in lutto per il guerriero "Felix"
Marco non ce l'ha fatta, si è spento a 57 anni: la città in lutto per il guerriero "Felix"
di Camilla Cataldo
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 01:45

PESARO - Se ne è andato nella giornata di lunedì Marco Felici, per tutti Felix, 57 anni, che da tempo lottava contro una brutta malattia allo stomaco che non gli ha lasciato scampo. Inoltre, gli ultimi anni della sua vita sono stati una vera battaglia, dopo il dramma che lo aveva colpito nel febbraio 2012. 

La storia

Lui, titolare dell’agriturismo Costa della Figura, era stato colto da malore mentre ripuliva il locale completamente ricoperto di neve, in un inverno tragico e impossibile da dimenticare. A dare l’allarme erano stati la mamma e due amici. I soccorsi, difficoltosi al massimo grado perché Fontecorniale era isolata, sono partiti addirittura dal Ferrarese. Marco era stato colpito all’improvviso da una emorragia cerebrale e le sue condizioni sono subito parse gravissime. Da lì un calvario, Felix – allettato - ha vissuto a Candelara con gli anziani genitori Zaira ed Enrico che non lo hanno lasciato solo un attimo, ricoprendolo d’amore assieme al fratello Massimo. Poi la malattia, davvero un calvario senza fine. «Ho detto ai genitori che probabilmente Dio ha bisogno di un angelo vicino. Sono più che sicuro che adesso sta bene. Basta soffrire, Felix era stato operato più volte in poche settimane, non mangiava, era magrissimo. Da otto anni era un vegetale», racconta Marco Manzini, amico fraterno di Felix e un altro combattente vero. «Ci eravamo conosciuti nel 2012 nella struttura riabilitativa di Torre Pedrera, anche io ero appena stato vittima dell’incidente che mi ha cambiato la vita.

Il ricovero

«Eravamo vicini di letto e io non dormivo la notte: stavo sveglio per chiamare l’infermiere per lui», ricorda con emozione “Manzoff”, che andava spesso a trovare Felix, prima nella sua casa di Candelara e poi, gli ultimi giorni, all’ospedale San Salvatore.

Con lui, Felix sorrideva sempre. 

Il peggioramento

«Chiamavo tutti i giorni la famiglia. Felix era in Chirurgia a Pesaro e stava molto male. Eravamo tutti rassegnati. Gli accarezzavo la mano e lui, morente, mi ha stretto un dito. Mi scoppiava il cuore… Mi riconosceva. Tempo fa, appena mi ha visto, nel suo computer aveva scritto «Manzoff, barcollo ma non mollo. Faccio di tutto per lui, credo contino i fatti». Manzini gli aveva donato una foto del beniamino Zoff con dedica personale, ma anche la maglietta del completo della Nazionale di Parataekwondo che ha indossato lo stesso Manzoff quando ha conquistato la medaglia di bronzo agli Europei di Bari. «Avevo anche dato un piccolo aiuto economico ai genitori perché speravo potessero portare Felix in piscina… Mi ero interessato personalmente. Voglio sempre essere vicino a chi soffre, dare il mio sostegno. Cosa c’è di più grande del mare? Il cielo. E più grande del cielo? L’interno dell’anima con la sua forza». Marco Felici non c’è più ma la sua forza, il suo coraggio saranno sempre ricordati. Lo ricordano con parole di affetto e nostalgia gli amici su Facebook.

L’ultimo saluto

L’abbraccio alla famiglia – che ha fatto un lavoro straordinario per tanti anni - è doveroso. «La storia di Felix, come quella di Manzini, deve esserci ogni giorno da esempio», scriveva qualche tempo fa il sindaco Matteo Ricci, che aveva seguito da vicino e con sincero trasporto le vicende dei due “Marco”. Oggi, alle 10, i funerali presso la Chiesa di Candelara. 

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