Luci in cielo, neanche gli Ufo sono più quelli di un tempo. Era solo un via vai di satelliti

Luci in cielo, neanche gli Ufo sono più quelli di un tempo. Era solo un via vai di satelliti
Luci in cielo, neanche gli Ufo sono più quelli di un tempo. Era solo un via vai di satelliti
di Elisabetta Marsigli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Maggio 2021, 07:50

PESARO - Chissà cosa avrebbero detto i due eroi di XFiles degli avvistamenti notturni, registrati in queste ultime notti, di scie luminose, anche sopra la nostra città? Ma il cielo notturno, così come lo conoscevano i nostri padri e migliaia di naviganti nei secoli scorsi, sarà sempre più un lontanissimo ricordo. Dovremo invece fare sempre più l’abitudine ai satelliti di Starlink di SpaceX, e non solo: piccole luci visivamente simili alle stelle, che silenziosamente solcano la volta celeste per poi scomparire all’orizzonte. Non si tratta di Ufo ma dei satelliti di Elon Musk che punta ad aumentare la copertura internet sulla Terra. 

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L’ultima segnalazione che ha scatenato un tam tam di illazioni lunedì sera quando, dopo le 22, decine di pesaresi hanno osservato delle luci, quattro per la precisioni, danzanti nel buio: su e giù, a destra e sinistra. Si accendevano e si spegnevano, zigzagvano e mutavano postazione in velocità. «Mai visto nulla di simile» il commento di un testimone, simile a tanti altri che hanno monopolizzato le pagine social anche con foto e video. La spiegazione però esiste, anche se non ha l’allure dello sci-fi ed è strettamente tecnologica. Quelle luci misteriose che si accendono nella notte sono vere e proprie costellazioni, costituite da migliaia di satelliti miniaturizzati prodotti in massa, collocati in orbita terrestre bassa (Leo), che lavorano in sintonia con ricetrasmettitori terrestri. 

La capacità di SpaceX di lanciare così tanti satelliti rappresenta una svolta tecnologica. Il potere di mandare attorno al pianeta un alveare di satelliti a basso costo sfrutta inoltre una lacuna legale: non esiste infatti alcuna legge spaziale completa che proibisca o regoli l’inquinamento luminoso dallo spazio e contro i colossi della spaceconomy sarà molto difficile spuntarla. Che dire riguardo al futuro del cielo? E cosa accadrà se anche altre aziende come Amazon e OneWeb, si metteranno a produrre questi satelliti per altri svariati scopi? «Il futuro del cielo purtroppo dipende solo da noi. - commenta Fabio Arcidiacono del gruppo di Astrofili Pesarese. - È necessario prendere coscienza della conservazione del cielo notturno da parte di tutti, tutelarlo come si fa per un monumento o per un’area naturale protetta. Starlink è il primo progetto già esecutivo, ma anche gli altri stanno iniziando ad inviare i loro satelliti. L’unica possibilità è una  presa di posizione a livello globale, come è stato fatto per l’Antartide». Non esiste più un luogo della Terra da cui sia possibile osservare il cielo notturno al riparo dall’inquinamento luminoso e, a farne le spese, sono osservazioni di eventi che non accadono esattamente tutti i giorni, come il passaggio di meteore o, peggio, perché ancora più raro, quello di una cometa. 

«L’inquinamento prodotto dalla cattiva ed eccessiva illuminazione delle nostre città può essere ridotto. - prosegue Arcidiacono - Basterebbe applicare in modo puntuale le attuali leggi regionali.

Purtroppo attualmente non sono rispettate dai privati e l’azione di controllo da parte delle autorità è assente. Leggermente meglio l’applicazione della legge da parte dei comuni, anche se ancora troppo legati all’idea, arcaica e non scientifica, che illuminare significa più sicurezza e benessere: bisogna illuminare quanto basta seguendo le norme in vigore e dove serve. L’Italia ha il triste primato di essere il secondo paese al mondo più illuminato, secondo solo alla Corea del Sud».

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