Lavori di recupero dell'ex tribunale, la procura apre un'inchiesta: indagati dirigenti comunali

Pesaro, lavori di recupero dell'ex tribunale, la procura apre un'inchiesta: indagati dirigenti comunali
Pesaro, lavori di recupero dell'ex tribunale, la procura apre un'inchiesta: indagati dirigenti comunali
di Letizia Francesconi
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Martedì 8 Giugno 2021, 02:45

PESARO - La Procura della Repubblica di Pesaro apre un’indagine penale sulla vicenda del recupero edilizio e del cantiere abbandonato dell’ex Tribunale di via San Francesco, e iscrive nel registro degli indagati il dirigente comunale del Servizio Lavori Pubblici e Nuove Opere, Eros Giraldi, l’architetto Cristina Maroncelli, responsabile comunale del procedimento e il perito di parte (Ctu) nominato dal Comune, Roberto Bertuccioli. Il provvedimento per indizio di reato è stato notificato il 3 giugno scorso anche al legale rappresentante dell’impresa appaltatrice Cogesap di Napoli e all’avvocato Alfredo Serra, che tutela la stessa impresa. 

Il provvedimento

Il pronunciamento della Procura fa seguito alla denuncia penale presentata da Ruggiero Ambrosio, legale rappresentante di Congesap, nel novembre 2020. Nella querela condotte e comportamenti ritenuti lesivi per l’impresa vincitrice della gara di appalto, che per questo aveva chiesto un approfondimento sui rapporti fra tecnici comunali e Ctu di parte nominato per conto dell’Amministrazione. «A quasi 7 mesi di distanza dall’ultimo – entra nel merito l’avvocato Alfredo Serra del foro di Napoli – si apre la fase delle verifiche, coordinata dalla Procura di Pesaro. La denuncia nei confronti del Comune di Pesaro è stata presentata parallelamente anche ad Anac, Autorità nazionale per l’anti corruzione e alla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti delle Marche per l’aspetto di danno contabile, collegato all’eventuale responsabilità penale dell’Amministrazione da noi paventata».

Le ipotesi di reato

A Giraldi, Maroncelli e Roberto Bertuccioli vengono contestati dalla Procura i seguenti capi d’imputazione: falso ideologico, abuso d’ufficio, violenza privata e falsa perizia. Pare quindi che il Pm abbia ritenuto opportuno verificare le ipotesi avanzate nella denuncia penale su una serie di comportamenti tenuti dalla direzione dei lavori (Maroncelli e Giraldi) ritenuti lesivi ed ostruzionistici. 
«Si contestava ai tecnici dell’Amministrazione, nella fase ancora operativa del cantiere edile – precisa l’avvocato Serra – di aver messo in atto una modalità ostile nei confronti di Cogesap, tanto da aver costretto la stessa impresa alla risoluzione in autotutela del contratto di appalto, vedendosi incolpata anche di ritardi materiali nell’esecuzione dei lavori e nella gestione del cantiere.

Ma è soprattutto la relazione tecnica del perito nominato dal Comune, il motivo principale a nostro avviso, che potrebbe aver spinto la Procura a vederci chiaro e proseguire con le dovute indagini del caso.

Il Ctu

L’ipotesi di reato di falsa perizia nei confronti del geometra incaricato, parte dall’opportunità di verificare, come da noi richiesto, i rapporti fra il perito e l’Amministrazione, dal momento che lo stesso geometra precedentemente aveva collaborato in qualità di consulente con lo stesso servizio comunale Lavori Pubblici per la verifica della vulnerabilità sismica di edifici scolastici, e per un corrispettivo intorno ai 37mila euro. A nostro avviso, così abbiamo motivato la querela, il geometra avrebbe dovuto rifiutare il ruolo di consulente tecnico di parte e far nominare un consulente d’ufficio dal giudice nel contenzioso fra pubblico e privato. L’ipotesi d’imputazione per falsa perizia riportata nel documento della Procura, fa riferimento ad alcuni primi riscontri emersi in sede di indagine difensiva, su una discrepanza contenuta nella relazione tecnica prodotta proprio dal Ctu di parte per i lavori effettivamente eseguiti. Relazione che attribuiva l’onere e l’obbligo in capo a Cogesap di restituire al Comune, ben 165mila euro a titolo di risarcimento». 

L’altro ricorso

Una vicenda intricata e complessa e con un contenzioso pendente per il filone penale, che di fatto si apre ora con il provvedimento emesso dalla Procura, oltre ad un secondo provvedimento di ricorso in sede civile presentato dalla stessa Cogesap al Tribunale amministrativo e tuttora in corso. Per ora di certo c’è solo quel contenitore, nel cuore del centro storico che rimane chiuso, in attesa di essere riaperto per l’avvio dei lavori, quando il contenzioso finito di fronte ai giudici, sarà concluso.

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