Pesaro, a rischio il lascito del maestro Melani: «Sarebbe uno smacco per la Città della Musica»

Pesaro, a rischio il lascito del maestro Melani: «Sarebbe uno smacco per la Città della Musica»
Pesaro, a rischio il lascito del maestro Melani: «Sarebbe uno smacco per la Città della Musica»
di Gianluca Murgia
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Giovedì 23 Luglio 2020, 09:12

PESARO - Il tesoro artistico e culturale del maestro Mario Melani, destinato come da testamento anche alla creazione di un museo a lui dedicato, potrebbe lasciare Pesaro dopo lo smantellamento di Palazzo Bramante? Lì, infatti, era ubicata la sede dell’Accademia internazionale di canto Del Monaco-Tebaldi nata nel 2002. Pesaro “Città della Musica” rischia di perdere pezzi di inestimabile valore appartenuti al grande baritono scomparso all’età di 98 anni? «No, non ha senso portare via l’Accademia da Pesaro. Ne parleremo la prossima settimana con il sindaco Ricci e l’assessore Vimini» risponde Lika Lezhava, ex badante georgiana del maestro poi divenuta sua segretaria e oggi general manager dell’Accademia.

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La storia, a 5 anni dalla morte del maestro che nel 1973 fu promotore illuminato di quello che oggi è il Rof, torna d’attualità dopo il rumoroso contenzioso dell’epoca innescato dalla scoperta di un secondo suo testamento, con cui venivano nominate come eredi universali la stessa LiKa Lezheva e la sorella di lei, Nino, attuale direttrice artistica dell’Accademia.
 
Il secondo testamento andò ad annullare il primo, redatto nel 2013 davanti al notaio Cafiero, che lasciava un tesoro artistico e non solo anche alla sua Accademia internazionale di canto Del Monaco-Tebaldi. In ballo un patrimonio di circa 500 mila euro tra abitazione del maestro, un secondo appartamento, opere e oggetti d’arte, archivi, libri e strumenti destinati anche a un futuro museo a lui intitolato come lascito personale alla città di Pesaro. «Il testamento che poneva le due sorelle come eredi universali - spiega l’avvocato Bruno Barbieri - aveva come onere che loro si occupassero della sua persona e che ci fosse la costituzione di un museo cittadino in suo onore. Sono passati 5 anni ma del museo nessuna traccia. Adesso con lo smantellamento di Palazzo Bramante c’è chi pensa al rischio che il lascito destinato al museo sia portato altrove. Qualcuno deve intervenire per salvaguardare un patrimonio che appartiene alla città di Pesaro. In questi anni ho più volte sollecitato gli assessori competenti senza ottenere riscontri. Ora, più che mai, serve trovare una soluzione degna». L’assenza prolungata da Pesaro della sorelle Lezhava ha alimentato cattivi pensieri. In realtà erano rimaste bloccate in Georgia, causa emergenza sanitaria, da febbraio allo scorso 8 luglio. Contestualmente, quando è stato possibile, tutto quello che si trovava all’interno dell’Accademia è stato trasferito al sicuro in un altro luogo di Pesaro. 
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La promessa
«In passato c’era stata una promessa del sindaco Ricci - spiega il presidente dell’Accademia, Amerigo Varotti -. Nella ristrutturazione di Palazzo Ricci ci sarebbe stato uno spazio destinato al museo e Accademia... Penso che non avrebbe senso portare tutto in un’altra città». Lika Lezhava, appena tornata a Pesaro, spazza via, a parole, ogni dubbio: «La prossima settimana - spiega - dovremmo incontrare Ricci e Vimini. La voce di un trasferimento dell’Accademia lontano da Pesaro? Una bugia. Non abbiamo deciso nulla. La volontà è di restare a Pesaro. L’Accademia è nata qui. Anzi, in un futuro prossimo vorremmo aggiungere il nome di Melani a quello della Tebaldi e Del Monaco. Intanto, dobbiamo capire quale sarà la nuova sede. L’emergenza Covid ha bloccato tutto, compresa l’attività dell’Accademia internazionale, oggi chiusa, in quanto molti nostri studenti arrivano da Russia, Georgia o Kazakistan e quindi ora non possono raggiungere Pesaro.

Ed è un peccato perché avevamo previsto grossi programmi. Intanto abbiamo portato via quasi tutto da Palazzo Bramante ma, tranquilli, tutto si trova ancora a Pesaro. La volontà è quella di attuare finalmente il progetto di un museo dedicato al maestro. L’Accademia, ripeto, ha senso solo a Pesaro. E non solo secondo me. La città ha sempre dimostrato un notevole interesse e, insieme, abbiamo realizzato diverse iniziative importanti».

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