Olivieri, presidio delle mamme dopo il terremoto: «Scuola sicura o i bambini restano a casa»

Olivieri, presidio delle mamme dopo il terremoto: «Scuola sicura o i bambini restano a casa»
Olivieri, presidio delle mamme dopo il terremoto: «Scuola sicura o i bambini restano a casa»
di Thomas Delbianco
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Martedì 15 Novembre 2022, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 13:31

PESARO «Il Comune ci dica con certezza se questa scuola è sicura, siamo preoccupati di mandare i nostri figli in classe, Diversi genitori li stanno lasciando a casa e c’è chi sta cercando altri istituti», protestano le famiglie davanti all’Olivieri. Lo scorso 9 novembre alle 7,07 la scossa di terremoto di magnitudo 5,6 e un lungo sciame sismico. Scuola chiusa per due giorni a Pesaro e al rientro, venerdì mattina, molti genitori della scuola primaria Olivieri di via Confalonieri hanno preferito lasciare i propri figli a casa. Sono preoccupati per la sicurezza dell’edificio scolastico, preoccupazione presente già prima del sisma, che ora è cresciuta in maniera sensibile.

 
Il presidio


E così ieri mattina, mamme e papà si sono ritrovati davanti ai cancelli della scuola di Pantano per esternare tutto il proprio malessere per questa situazione e chiedere risposte certe al Comune.

Non sono poche le famiglie che ancora preferiscono tenere i bambini a casa e c’è chi sta pensando di farli studiare in un altro istituto scolastico.

«A novembre 2021 molti genitori avevano inviato una Pec al Comune, al fine di ottenere risposte certe in merito alla sicurezza di questo istituto, che è degli anni ‘50, nasce come vetreria e ha subito modifiche nel corso del tempo - spiega Ada Vita, rappresentante della terza B e consigliere dell’Istituto comprensivo Olivieri - Abbiamo appreso di questa questione da lettere inviate dal nostro preside, nelle quali si chiedevano risposte certe sulla sicurezza dell’immobile. Dopo le nostre lettere del novembre 2021 che non hanno avuto riscontro, c’è stato un incontro a luglio di quest’anno con l’assessore Pozzi, e altri tecnici, i quali ci hanno riferito che avevano commissionato una relazione, eseguita nel febbraio 2022, e che ci avrebbe dovuto rassicurare. E’ stata fatta visionare a nostri tecnici, i quali più che rassicurarci, hanno aumentato le nostre preoccupazioni e perplessità».

Nella relazione, riferita a voce durante il presidio di ieri, «è riportato, tra i vari problemi - continua Vita - che nel fabbricato è assolutamente necessario prevedere un rinforzo di tutti i pilastri, rinforzare le travi maggiormente caricate, aumentare le capacità dei nodi in calcestruzzo esterni, e tanto altro. Vengono segnalate criticità già presenti, come ammaloramenti del calcestruzzo con barre in evidenza». La portavoce del malessere dei genitori segnala che la scorsa settimana, il giorno prima del terremoto, c’è stato un ultimo incontro, «nell’occasione assessore e architetto ci hanno riferito che avrebbero disposto ulteriori accertamenti tecnici, con esito entro dicembre. Purtroppo il giorno dopo c’è stata la scossa, e ci siamo riattivati con forza, per avere risposte certe. Oggi non sappiamo quale sia l’ufficio tecnico al quale è stata commissionata questa perizia, ma soprattutto il tipo di indagini tecniche che verranno disposte su questo immobile. A noi interessa conoscere non una valutazione preliminare, ma esiti concreti e oggettivi in virtù dei quali potremo mandare i nostri figli in sicurezza a scuola». Valentina Renzi ieri mattina ha lasciato il figlio a casa. «Il terremoto ci ha dato uno scossone, ma già da prima c’erano queste criticità. Io sono molto preoccupata di mandare mia figlia a scuola ed è ancora a casa e sto valutando un’altra struttura. Tutti gli edifici hanno criticità, ma questa è una scuola veramente vecchia». 


Le criticità


Un padre, anche lui non se l’è sentita ieri di mandare i figli in classe, vuole che il Comune «fornisca risposte alle nostre domande. Questa scuola è realmente sicura? Possiamo mandare i bambini a scuola in assoluta tranquillità? Poi le soluzioni dovrà essere l’amministrazione a trovarle». Una mamma si è presentata con in mano un cartello: “Studiare è un diritto e un dovere, ma solo in luoghi sicuri. Dovere delle autorità è tutelare la vita dei bambini nelle loro scuole”. 

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