Temeva il rimprovero dei genitori, sul monopattino rubato la baby gang era solo una copertura

Temeva il rimprovero dei genitori, sul monopattino rubato la baby gang era solo una copertura
Temeva il rimprovero dei genitori, sul monopattino rubato la baby gang era solo una copertura
di Luigi Benelli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Giugno 2022, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 15:05

PESARO  - Nessuna rapina, nessuna aggressione da parte di una baby gang. Due giorni di allarme sociale per la rapina dei monopattini ai danni di due quattordicenni in zona mare. Ma il ragazzino si era inventato la storia dell’aggressione per paura della reazione del padre. Che ha raccontato tutto sui social, scusandosi per l’accaduto e anche per tranquillizzare una città che si era vista in balia di baby gang, ragazzini cruenti e brutali aggressioni ai danni di coetanei.

 
In realtà un reato sabato sera si è comunque consumato perchè i monopattini non ci sono più e sono spariti, ma sono stati rubati da un ladro (o ladri) ignoti, non rapinati con la violenza.

Facciamo ordine. La notizia era diventata pubblica domenica ed era rimbalzata prepotentemente sui social diventando virale.Secondo la versione del minorenne, raccontata poi anche alla polizia, intorno alle 23,30 del sabato lui e un suo amichetto sarebbero stati aggrediti quando erano a bordo dei loro monopattino da dei diciassettenni. Sarebbero stati spintonati e fatti cadere nella zona terminale di viale Triste, lato nord, verso Villa Marina e l’area del luna park. Una delle due vittime sarebbe scappata dalla paura mentre l’altro ragazzino ha subito avvisato il padre che è corso in viale e ha denunciato tutto alla polizia che aveva subito avviato le indagini.

Da qui un tam tam mediatico sui social e mezzi di informazione con il padre del minorenne che si era detto «distrutto» parlando anche di un «gesto violento» e di una città in cui giovani sfrontati e senza paura non avevano problemi a compiere gesti simili. Sono state ore concitate e serrate perché la polizia ha raccolto la denuncia e la squadra mobile si era messa sulle tracce dei responsabili. Ma con il passare delle ore, la verità è venuta a galla e ieri è arrivata la smentita, o meglio come si sono svolti realmente i fatti sabato sera. A metterci la faccia è stato di nuovo il padre del ragazzino che ieri ha fatto chiarezza.

«Mio figlio - spiegato - ha detto una bugia. Non è stato né aggredito né spintonato. I monopattini sono stati rubati. Sono stati tagliati i lucchetti e portati via. Perché inventarsi la rapina? Ha avuto paura di me perché qualche giorno prima gli avevano rubato la bicicletta da 700 euro. E ora anche i monopattini. Ha pensato che due furti in pochi giorni fossero troppi così ha detto di essere stato aggredito. Sono un padre presente e severo. Così ha cercato una storia alternativa. Ha convinto l’amico a confermare che erano stati aggrediti. E ha sbagliato. Chiediamo scusa, sappiamo che in questi giorni in tanti hanno appreso questo caso con allarme e apprensione. Ringrazio le forze dell’ordine che hanno seguito questo caso in maniera molto puntuale». Il papà continua: «Lo perdono, ha 14 anni, ma non voglio difenderlo». Il genitore conferma però un dato. «Il degrado resta. Non parliamo di una rapina ma di furti in pieno viale Trieste. Ci sono bande di ragazzini sfrontati e pronti a tutto, baby gang che fanno danni».

Un allarme confermato anche dal comandante dei carabinieri durante il 208° anniversario dell’Arma e che trova conferma dai numerosi casi avvenuti la scorsa estate e da ultimo il doppio pestaggio al Campus ai danni di due studenti per motivi di droga. Botte da orbi durate un paio d’ore e che hanno visto un giovane mettersi in salvo dentro l’atrio del liceo scientifico. Sul caso indagano i carabinieri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA