Alla festa di Pesaro Capitale della Cultura stregati dal talento di Diana che aspetta di vedere il mare

Alla festa di Pesaro Capitale della Cultura stregati dal talento di Diana che aspetta di vedere il mare
Alla festa di Pesaro Capitale della Cultura stregati dal talento di Diana che aspetta di vedere il mare
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 20 Marzo 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 15:21

PESARO  - Fa parlare la musica la piccola Diana Dvalishvili,, straordinario talento proveniente da Kharkiv che ha aperto ieri pomeriggio la festa nella piazzetta della Creatività per la vittoria di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024. E al di là della festa partecipatissima, con centinaia di persone (e che proprio a Kharkiv è stata dedicata), al di là delle dichiarazioni di chi ha portato Pesaro a conquistare il prestigiosissimo traguardo (dal sindaco Matteo Ricci al vice Daniele Vimini per citare i più istituzionali) è stata Diana la protagonista: la più attesa, la più acclamata, la più coinvolgente. Non parla Diana al pubblico che non aspetta che lei, bastano le note e il loro linguaggio universale. 


La piccola pianista prodigio, è timida, emozionata, ma le sue manine hanno letteralmente volato sul pianoforte dove ha unito la dirompenza del compositore russo Berkovich con il romanticismo di Chopin.

Doveva dare l’esame di ammissione al conservatorio di Kharkiv, città della musica Unesco come Pesaro, ma la guerra ha sconvolto i suoi progetti. E’ fuggita in Italia con la sua famiglia, ma ora il conservatorio Rossini le permetterà di proseguire il suo sogno, consentendole di frequentare le lezioni di pianoforte nonostante la sua giovane età. Non solo, le verrà assegnata anche una borsa di studio. F

ra due mesi Diana compirà 10 anni ed è da quando ne aveva 6 che si è avvicinata a questo strumento. Esile, con delicate piccole mani, nella sua esibizione ha dimostrato il grande talento e la straordinaria passione che ha nel cuore. Pensa ai suoi amici, rimasti sotto le bombe, e desidererebbe ricongiungersi a loro. Al momento vive ad Ancona, «non vede l’ora di vedere il mare», ma sogna che «non ci siano più guerre, e di tornare in Ucraina». Impossibile descrivere l’emozione condivisa con il pubblico che ha apprezzato le doti di questa piccola grande pianista di cui sentiremo sicuramente ancora parlare e a lungo. «La nostra gioia è strozzata da una guerra che mai avremmo pensato di dover rivedere nel cuore dell’Europa – ha detto il sindaco Matteo Ricci -. Non è un caso che abbiamo dedicato il riconoscimento a Kharkiv, come noi Città creativa della Musica Unesco. Non potevamo che dedicare questa vittoria a una città che, come noi, vive di cultura e di musica, ma che oggi sente solo il rumore delle bombe».

E ancora: «E’ stata una vittoria bella ma strozzata. Ci dimostra come cultura e musica siano necessari per rinascere. Abbiamo vinto grazie all’aver colto la sfida della natura, della tecnologia e dell’arte, della transizione ecologica, che abbiamo interpretato nel dossier “La natura della cultura”. E perché abbiamo dimostrato di essere una “città orchestra” che ci auguriamo possa suonare una grande melodia di rinascita, dopo il Covid e dopo la guerra, per trasformarsi in un grande inno per la pace». Dopo la vittoria è tempo però di mettersi al lavoro e sfruttare al meglio «una grande opportunità che può durare negli anni. Insieme dobbiamo correre e farlo più forte degli altri. Dobbiamo mettere a terra i tanti progetti e iniziative che abbiamo e avere la capacità di promuovere un brand che vale centinaia di milioni di euro: se riusciremo a giocare bene questa sfida daremo grande competitività anche alle nostre aziende. Non è un caso che le associazioni di categoria, i sindacati e tante aziende siano qui oggi per festeggiare: hanno capito il valore economico del brand. Non è un caso che Fabiana Scavolini fosse con noi nell’audizione a rappresentare imprese del territorio». 

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