Il sindaco incassa il sì del ministero: «Progetto troppo avanzato, l'ospedale si farà»

Pesaro, il sindaco incassa il sì del ministero: «Progetto troppo avanzato, l'ospedale si farà»
Pesaro, il sindaco incassa il sì del ministero: «Progetto troppo avanzato, l'ospedale si farà»
di Silvia Sinibaldi
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Giovedì 12 Novembre 2020, 09:38

PESARO - A tarda sera arriva una indiretta novità da parte del centrodestra: l’ospedale di Pesaro si farà ma non sarà un ospedale unico. L’affermazione chiude una giornata intensa dove Matteo Ricci è tornato da Roma con un punto fermo. Il Ministero della Salute non intende avallare l’operazione di affossamento del nuovo ospedale che sta per compiersi a livello regionale. 

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«Non si può fermare un progetto in stato molto avanzato come quello del nuovo ospedale tra Pesaro e Fano». È questa la linea della sottosegretaria al ministero della Salute Sandra Zampa (in rappresentanza del Ministro Speranza) durante l’incontro di ieri pomeriggio nella Capitale. 

«Su questo progetto lo Stato ha investito 105milioni di euro attraverso i fondi Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ndr). L’iter che il Governo vuole portare avanti è quello di un piano di investimenti per rafforzare in contemporanea le strutture per la sanità territoriale e gli ospedali di eccellenza di ogni territorio» ha spiegato Matteo Ricci di ritorno da Roma. «Per questo motivo il ministero della Salute farà di tutto per portare avanti il progetto e convocherà, nei prossimi giorni, un incontro tecnico». Martedì lo stop da parte del consiglio regionale al disegno degli ospedali unici delle Marche: «Ho chiesto un incontro al presidente della Regione Francesco Acquaroli e all’assessore Saltamartini perché confido di trovare una soluzione, insieme a loro e al sindaco Seri - conclude Ricci -. Pesaro e Fano sono la seconda e terza città delle Marche: dobbiamo gestire insieme la sanità del territorio, senza perdere ulteriori anni e opportunità di modernizzare e rafforzare la nostra sanità».
La mediazione
Sindaco la mediazione con i vertici regionali potrebbe avvenire mettendo sul piatto qualche cambio di rotta? Per esempio invertire la scelta del project financing che pare uno dei punti deboli del pacchetto?
«Per iniziare vorrei provare a far ragionare il presidente Acquaroli e l’assessore alla Sanità, mettendo nero su bianco, quale scenario drammatico si prospetta e quali rischi corre la sanità del territorio. Al di là delle contrapposizioni politiche spiegare loro cosa significa per la nostra provincia affossare il progetto del nuovo ospedale. Vorrei fare con entrambi un ragionamento e a due mesi dal loro insediamento, non avendo mai avuto occasione di parlare con i vertici della regione, mi pare il momento opportuno. Credo sia anche giunto il momento di confrontarsi anche sui temi dell’emergenza Covid».
Ora che si fa
Prossimi passi? «Incalzare il Ministero da un lato e la Regione dall’altra.

Non possiamo perdere questo investimento, non possiamo far passare altro tempo. Basta verificare i conti della mobilità passiva, capire quanto pesano sul bilancio regionale per capire che il nuovo ospedale è una opportunità per l’intera regione. In questo modo Pesaro perderà i suoi medici migliori e non sarà certo in grado di attrarre professionalità d’eccellenza senza un progetto di sviluppo che garantisca il percorso di modernizzazione della nostra sanità. Il fatto che il Ministero la pensi come noi mi sembra un passaggio importante avendo grande voce in capitolo poiché una significativa parte delle risorse è statale. Nel confronto con la sottosegretaria al Ministero della Salute Sandra Zampa è stato ribadito l’obiettivo del governo di investire in strutture territoriale e in eccellenze ospedaliere. Perdere questa occasione sarebbe da irresponsabili».

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