PESARO - Finto tesserino da ispettore, affabulava le vittime con la storia delle banconote false e poi faceva sparire l’oro di casa. Questa volta però l’uomo è stato condannato. Si è chiuso ieri il processo a carico di Enzo Agazzi, 57 anni, piemontese. Il suo passaggio a Pesaro se lo ricordano bene almeno un paio di famiglie. Secondo la procura era venuto in città proprio per rubare con uno stratagemma ingannevole.
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L’uomo avrebbe colpito in via Leopardi e in via Monfalcone nella primavera del 2019 quando si presentò alla porta di un paio di coppie di anziani pesaresi con un finto tesserino da ispettore.
Agazzi aveva quindi detto ai coniugi che dovevano aspettarlo in cucina perché avrebbe dovuto fare l’operazione col laser all’aperto. Ma ha preso tutti i gioielli che aveva ottenuto con l’inganno ed è sparito. Qualche giorno dopo, ha applicato lo stesso sistema con una signora alla quale si è presentato con un tesserino da finanziere dicendo che di doverle notificare un atto della banca che la accusava di aver speso denaro falso. Qui si era inventato che avrebbe dovuto effettuare un controllo della cassaforte in modo da evitare future perquisizioni. L’inganno aveva funzionato, la signora aveva aperto la cassaforte e consegnato tutti i gioielli che aveva tra collane, anelli, bracciali orecchini per un valore vicino ai 50mila euro. Ottenuto il bottino era scappato.
La coppia di anziani e la signora hanno sporto denuncia e le indagini hanno permesso di risalire ad Agazzi. La refurtiva non è mai stata ritrovata. Ieri il pm, con rito abbreviato, ne ha chiesto la condanna per furto aggravato a 3 anni e 8 mesi. Il giudice ha sposato la tesi della procura condannandolo.
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